Escursione su un lungo percorso della Via Francigena
nel Lazio, con i soci del CAI di Aosta (7-12/10/2019)

(In cammino sui sentieri storici da Viterbo a Roma)



Cronaca della 5° Tappa
(Sabato 12-10-2019)

La Storta (RM) -> Roma (Monte Mario) (RM)
(km 20 - ore 7)

Escursione organizzata dal CAI di Aosta
e guidata nelle ultime 5 tappe da Enea Fiorentini
(socio del C.A.I. sez. di Roma e della G.M. ["Giovane Montagna"] sez. di Roma)


Cronaca a cura di Enea Fiorentini



 
           NOTE VARIE:

  1. Cenni storici su La Storta:    ->>> Back

    [ L’origine del nome di La Storta sembra provenire da una antica stazione di posta situata su una curva della via Cassia (17° Km).   Nel Medioevo la località era posta lungo il tragitto della Via Francigena.   In particolare nell’Itinerario di Sigerico, la località coincideva con submansio II, la prima dopo Roma, denominata Johannis VIIII (San Giovanni in Nono).   Questo nome deriva dal fatto che la vecchia stazione di posta (mansio) sorge presso l’attuale chiesa, un tempo denominata appunto San Giovanni in Nono dal momento che era situata al nono miglio dall’inizio della via Cassia.   La Francigena proveniva dal Borgo Leonino e da Monte Mario che i pellegrini chiamavano Mons Gaudii (il Monte della Gioia); lasciata La Storta, l’itinerario proseguiva per Isola Farnese e da qui verso nord.   Tra gli avvenimenti storici che si narrano vi è l’apparizione di Gesù a Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, che era in viaggio lungo la via Cassia per recarsi a Roma ed essere ricevuto dal Papa.   Il luogo dell’apparizione è ricordato ancora oggi con la presenza di una cappella in Piazza della Visione; in prossimità di questa, sorgevano i locali dell’antica stazione di Posta, per il cambio dei cavalli (la prima sosta uscendo da Roma e l’ultima per chi vi giungeva).   L’avvenimento viene ricordato nella seconda domenica di novembre con la "Festa della Visione".   Il 4 giugno del 1944 i nazisti in fuga da Roma, che in quei giorni veniva liberata, compirono un eccidio di 14 prigionieri.   La zona ospita la sede del vescovo e la cattedrale della sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina, diocesi che si estende tra il Grande Raccordo Anulare ed il Mar Tirreno.   Note tratte dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/La_Storta a cui rimando per ulteriori informazioni. ]



  2. Sant’Ignazio di Loyola:    ->>> Back

    [ Ignazio di Loyola (in basco: Íñigo López Loiola [Azpeitia, 24 dicembre 1491 – Roma, 31 luglio 1556]), ebbe una vita avventurosa, iniziata presso corti spagnole e basche e proseguita nella carriera di cavaliere.   Come militare partecipò a diversi combattimenti.   Durante l’assedio di Pamplona (c. 1520) rimase ferito ad una gamba (rotta in varie parti) che rimase debilitata, costringendolo a zoppicare per tutto il resto della vita.   Durante la lunga convalescenza, iniziò la sua conversione.   Successivamente (1528) si recò all’Università di Parigi per completare gli studi religiosi e filosofici.   Qui iniziò la scritura dei suoi "Esercizi Spirituali" che divennero successivamente il documento "fondamentale" dei suoi seguaci: i "Gesuiti".   Nel 1534 ebbe i primi sei "seguaci": Pierre Favre (francese), Francesco Saverio, Diego Laínez, Alfonso Salmerón, Nicolás Bobadilla (spagnoli), e Simão Rodrigues (portoghese).   Nel 1537 si trasferì in Italia prima a Bologna e poi a Venezia, dove fu ordinato sacerdote.   Si avvicinò a Roma e a 14 km a nord della città, in località "La Storta" ebbe una visione di Cristo che lo confermò nell’idea di fondare una "Compagnia" che portasse il nome di Gesù.   Con Favre e Lainez, Ignazio si diresse a Roma nell’ottobre del 1538, per far approvare dal Papa Paolo III la costituzione del nuovo ordine.   Una congregazione di cardinali si dimostrò favorevole al testo preparato da Ignazio.   Il 27 settembre 1540 Papa Paolo III approvò la "Compagnia di Gesù" con la bolla "Regimini militantis Ecclesiae", ma limitò il numero dei suoi membri a sessanta.   Questa limitazione venne poi rimossa con una successiva bolla, la "Iniunctum nobis", del 14 marzo 1543.   L’ultima e definitiva approvazione della "Compagnia di Gesù" è stata data nel 1550 con la bolla "Exposcit debitum" di Papa Giulio III.   Sant’Ignazio morì a Roma il 31 luglio 1556 e venne canonizzato il 12 marzo 1622. ]



  3. Cenni sulla Compagnia di Gesù (Gesuiti):    ->>> Back

    [ La Compagnia di Gesù (in latino Societas Iesu) è un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questo ordine di chierici regolari, detti gesuiti, pospongono al loro nome la sigla S.I. (Societas Iesu).
      L’ordine fu fondato da Ignazio di Loyola con alcuni compagni.   A Parigi, nel 1534, fece voto di predicare in Terra Santa (progetto abbandonato nel 1537) e di porsi agli ordini del papa.   Il programma di Ignazio fu approvato da papa Paolo III con la bolla "Regimini militantis ecclesiae" del 27 settembre 1540.   Espulso da vari paesi europei nella seconda metà del XVIII secolo, l’ordine fu soppresso e dissolto da Papa Clemente XIV nel 1773.   La Compagnia sopravvisse però nei territori cattolici della Russia, perché la zarina Caterina II non concesse l’"exequatur" al decreto papale di soppressione.   L’ordine fu ricostituito da Papa Pio VII nel 1814.   I gesuiti osservano il voto di totale obbedienza al Papa e sono particolarmente impegnati nelle missioni e nell’educazione.   I componenti dell’ordine, al 1° gennaio 2015, erano 16.740 membri, con quasi 12.000 sacerdoti.   Il 13 marzo 2013 è stato eletto Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), il primo pontefice gesuita.   L’emblema dell’ordine è un disco raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere IHS (Iesus Hominum Salvator), il monogramma di Gesù.   La lettera H è sormontata da una croce con, in punta, i tre chiodi della Passione.   Note tratte dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Compagnia_di_Ges%C3%B9 a cui rimando per ulteriori informazioni. ]



  4. Cenni sulla Riserva Naturale dell’Insugherata:    ->>> Back

    [ La Riserva Naturale dell’Insugherata è un’area naturale protetta compresa interamente nel territorio del comune di Roma, nelle zone Ottavia e Tomba di Nerone, tra la via Trionfale e la via Cassia.   La riserva occupa una superficie di 740 ettari ed è stata istituita con L.R. n. 29 del 6/10/1997, inoltre presenta numerosi reperti archeologici al suo interno, oltre a costituire un corridoio naturalistico tra l’area urbanizzata a nord di Roma ed il sistema naturalistico Veio-Cesano, a nord-ovest della capitale.   La nuova perimetrazione e i recenti lavori del G.R.A. (Grande Raccordo Anulare) hanno ridotto considerevolmente l’area protetta a Nord del Raccordo Anulare.   La Riserva è stata istituita con la legge regionale 29/97, ed è gestita dall’Ente Regionale RomaNatura.   Le attività didattiche e le visite guidate sono state affidate, nel periodo 2000-2004 e 2008-2011, al soggetto gestore Cooperativa Climax.   Gli accessi sono ufficialmente cinque, di cui tre da via Trionfale (da via Castagnola, via Rosa Gattorno e da via Conti) e due da via Cassia (da via Panattoni e da via Angiulli).   Note tratte dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_naturale_dell%27Insugherata a cui rimando per ulteriori informazioni. ]



  5. Cenni sulla Riserva Naturale di Monte Mario:    ->>> Back

    [ La Riserva Naturale di Monte Mario è un’area naturale protetta in provincia di Roma.   La riserva occupa una superficie di 238 ettari ed è stata istituita nel 1997 su una parte di Monte Mario a Roma.   Note tratte dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_naturale_di_Monte_Mario a cui rimando per ulteriori informazioni. ]



  6. Cenni storici sulla Basilica di San Pietro:    ->>> Back

    [ Non vi è molto nella Basilica che esistesse già al tempo dei pellegrini medievali.   Si può citare la statua bronzea di San Pietro benedicente assiso su una cattedra di marmo, creduta a lungo opera del V secolo, ma poi attribuita ad Arnolfo di Cambio, vissuto prima del 1300.   Non si può ignorare la Cattedra di Pietro, seggio ligneo con un rivestimento bizantino di piastrine figurative in avorio del V secolo e ancora la porta mediana della Basilica del XV secolo, opera di Antonio Averulino, detto il Filarete.   Quasi tutto dell’attuale Basilica è posteriore al ’400, anche se la sua fondazione risale all’epoca dell’imperatore Costantino, che la volle dov’era la tomba dell’apostolo, vicino al luogo del martirio.   Papa Silvestro la consacrò nel 326.   Le dimensioni erano simili a quelle attuali: a cinque navate con un’abside molto grande.   Dopo numerose traversie, come il saccheggio nel 590 da parte di Agilulfo, re dei Longobardi, venne restaurata da Gregorio Magno (590-604), i Saraceni la devastarono nuovamente nell’ottobre e novembre 864.   Fu continuamente abbellita e arricchita dalla pietà dei fedeli e di governanti, persino durante l’esilio avignonese dal 1309 al 1377.   In quel periodo vi lavorò Giotto.   Prima del 1300, anno del primo Giubileo, Bonifacio VIII vi chiamò ad operare Arnolfo di Cambio, che arredò la Cappella di San Bonifacio.   Successivamente si pensò ad un rifacimento perché la Basilica era divenuta vetusta e inadatta alle nuove esigenze.   Tra il 1447 e il 1455, Nicolò V incaricò Leon Battista Alberti di effettuare i primi lavori, che continuarono poi con Pio II, Alessandro VI, Giulio II e Leone X.   Vi posero mano Sansovino, Peruzzi, Raffaello, Sangallo, Michelangelo, Bramante e, in seguito, Maderno e Bernini.   I lavori furono intensi fino a tutto il XVII secolo, poi si curò soprattutto il mantenimento e si pensò all’esterno della Basilica.   L’imponente colonnato fu completato dal Bernini nel 1666: non può esservi un abbraccio migliore per accogliere i pellegrini. ]

 



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