Lo mou di troo bièn
( Il malessere dei nostri giorni )

La trama della quarta pièce teatrale in lingua francoprovenzale (patois),
scritta e presentata al pubblico da un gruppo di allievi
dei Corsi di Patois del BREL di Aosta, addestrati e guidati da Pierino Martin

di Enea Fiorentini



(Mètre: Pierino Martin)
(Contributi di: Marika Bonjean, Carla Ceriano, Lara Cheillon, Benedetto Danieli,
Sarah Donini, Enea Fiorentini, Italo Gambin, Vezio Martocchia, Aurora Mondet,
Sylviane Rista, Viviana Tonso)

La Trama
Questa Pièce si svolge interamente all’interno di un bar di un piccolo paese, con un notevole via-vai di avventori che si conoscono tra loro eccetto una certa Demouazella, nuova per queste zone...   La Pièce ha una trama semplice ma vuole lanciare un messaggio al pubblico cui è rivolta: l’accresciuta superficialità della maggioranza delle persone di oggi sul senso dei valori più profondi e importanti della vita, per badare e dare ascolto a cose banali e fuggevoli.   I personaggi rappresentati nella pièce portano in scena alcuni atteggiamenti negativi o semplicemente banali della vita moderna e spesso l’invidia che serpeggia in molti di noi anche nei piccoli paesi e per ragioni personali o di prestigio.   Una voce, che si sente all’improvviso, blocca alcuni di questi personaggi mentre stanno allontanandosi dalla scena e rinfaccia il loro comportanto scorretto.   Le scenette si susseguono fino al clou finale rappresentato dall’arrivo in scena di una Demouazella che, fingendo una caduta nel bagno del locale, si lamenta e chiede un risarcimento.   Alcuni avventori cercano al telefono un’ambulanza della Croce Rossa per farla trasportare in ospedale ma, non essendo disponibile un’ambulanza, viene chiamato un medico locale.   Finalmente arriva il medico condotto (una donna: lo Medeheun) e vedendo la Demouazella dolorante, la riconosce e spiega alla barista Zalìe e agli altri avventori chi è in effetti questa Demouazella, che conosce già molto bene per essere intervenuta e per averla visitata in altre situazioni simili.   Poi si appresta a visitarla.   La visita procede tra momenti esilaranti e infine il medico dichiara che la signorina è malata del "Mou di troo bièn", un malessere che si può diffondere anche agli altri, come un virus...   "Fortunatamente, afferma il medico, la cura esiste già; anzi la stessa è stata creata ancor prima della malattia...".   Su richiesta della Demouazella, che non vuole essere ricoverata in ospedale, il medico le pratica la cura sul posto: un bel calcio nel sedere e le suggerisce di ritornare a ripeterla se non si sentisse bene nei prossimi giorni...   Poi, il medico prende sotto il braccio quasi tutti gli attori presenti sul palco, li porta fuori scena impartendo loro la stessa cura...   Infine, il medico, insieme con la barista Zalìe e con Rocco, brinda alla salute di tutti e ammonisce il pubblico di stare molto attento sul rischio di essere contagiato dallo stesso virus...

Scenetta iniziale con Zalìe, Lizetta, Soufie e Erneste
La Pièce inizia con una prima scenetta ambientata nel bar, con la presenza della barista (Zalìe), una cliente (Lizetta) e un’altra cliente sua amica (Soufie).   Mentre la barista sta pulendo e sistemando le stoviglie, e mentre le due clienti, sedute ad un tavolino, chiacchierano tra loro, entra nel bar un nuovo avventore (Erneste), conosciuto nel paese, che avverte di aver saputo del ricovero in ospedale di una comune conoscente: (Ambrozine).   Dopo lo stupore iniziale, le due clienti iniziano a parlar male a proposito di questa Ambrozine, facendo strane allusioni sulle cause del suo ricovero..   Si insinua un comportamento non corretto di Ambrozine con un certo Jozé, all’insaputa del marito (Fransoué).   Le malelingue proseguono con le loro maldicenze insinuando che si sa che Fransoué, il buon marito di Ambrozine, corteggia molte donne del paese (quelle più belle...).   Erneste stesso dice di aver intravisto Fransoué fare la corte alla stessa Zalìe, e questa sua allusione viene fatta alle clienti in un momento di assenza della barista.   Mentre le clienti si rammaricano per Ambrozine, Erneste comunica loro che, in mattinata, ha sentito dire che forse Ambrozine è morta in ospedale...   Frammisti ad un momento di cordoglio, i pettegolezzi continuano fino all’improvviso ingresso nel bar della stessa Ambrozine, che provoca un urlo generale negli astanti increduli e il loro successivo ammutolimento.

Scenetta con Ambrozine, Lizetta, Soufie, Zalìe, Erneste e la Vouése
Ambrozine chiede spiegazioni ai presenti di questo loro strano comportamento.   In un momento di imbarazzo generale, Lizetta dice di aver dimenticato di fare una commissione urgente e ha fretta di andarsene.   Mentre sta per uscire, Lizetta viene bloccata dalla Vouése che le ricorda il suo pettegolezzo su Ambrozine, chiedendole di parlarne direttamente con la stessa Ambrozine.   Non sapendo da dove proviene questa voce e di chi sia, Lizetta trova un po’ di scuse.   Si susseguono le scuse di Lizetta e i rimbrotti della Vouése, poi Lizetta esce di scena.   Nel frattempo, Zalìe spiega ad Ambrozine che era stata creduta morta e che un’ambulanza era stata vista salire al suo villaggio.   Ambrozine chiarisce che l’ambulanza non era per lei ma per Mario, un altro abitante del villaggio, che aveva bisogno di una visita.   Erneste si scusa della notizia dicendo di come velocemente circolano e si diffondono le notizie false tra la gente...   Ambrozine dice che lei, invece, si era recata alla scuola di suo figlio Sebastien per parlare con i professori; lei sostiene che suo figlio è il migliore della classe.   Inizia così una discussione animata tra Ambrozine e Soufie sulle qualità dei rispettivi figlioli, perfino in gara nei corsi di catechismo.   Erneste si permette di fare qualche battuta ironica e viene apostrofato da Soufie che si rifiuta di accettare una bibita da lui e anche lei vuole lasciare il bar.   Viene bloccata sulla porta dalla Vouése che le ricorda di non sopravalutare i pregi dei propri figli su quelli degli altri.   Anche Ambrozine dice che ha fretta di lasciare il bar perchè deve correre dall’estetista perchè è il giorno (l’unico nella settimana) che ha prenotato per sé.   E anche lei viene bloccata dalla Vouése che le rinfaccia di aver la lingua troppo lunga...   Alla fine Ambrozine esce dal bar, mentre entra Palmira, molto arrabbiata...

Scenetta con Palmira, Zalìe, Erneste e Rocco
Palmira si rivolge alla barista Zalìe chiedendole un caffé molto forte, perchè dice che la giornata è iniziata proprio male...   Zalìe le chiede cosa sia successo di così grave e Palmira le spiega che è appena uscita dal negozio del macellaio e che, nonostante avesse molta fretta, aveva dovuto fare una lunga attesa prima di essere servita poiché, davanti a lei, uno strano signore stava tentando di fare la sua ordinazione parlando in patois, ma con grande fatica..   "Sarebbe stato meglio che avesse chiesto ciò che voleva, parlando in italiano", sbotta Palmira.   Interviene Erneste che chiede se, per caso, sia quell’uomo originario dell’Abruzzo.. e Palmira gli chiede se lo conosce anche lui..   "Ma sì, certo, è il mio vicino di casa..", risponde Erneste, e, rivolgendosi verso la porta del bar, avverte che sta arrivando proprio quell’uomo: Rocco.   Rocco entra nel bar e saluta la barista e tutti i presenti.   Palmira interviene subito chiedendogli da quanto tempo parla il Patois, e Rocco le risponde che ha fatto i Corsi di Patois del BREL e che ora sta cercando di parlare nella nuova lingua.   Zalìe gli dice "Bravo" perchè bisogna continuare a parlare in patois con perseveranza altrimenti è tutto uno sforzo inutile...   Rocco la ringrazia e, in uno strampalato patois, le chiede un bicchiere di birra: "... eun Bouque di Birra"...   Palmira lo incalza dicendogli che se vuole imparare velocemente e bene il patois, gli conviene trovarsi una compagna patoisante, perchè: "a la coutse s’apren miou lo patoué...".   Rocco le chiede di essere lei quella compagna che gli può insegnare velocemente il patois, scatenando le risate di Palmira; poi lo stesso Rocco ammette che i suoi amici che frequentano donne valdostane, dicono che neanche una di queste parla il patois, e quindi sostiene che ci troviamo in una situazione difficile...   Erneste si rivolge a Rocco ribadendo amaramente che se il patois ha dei problemi di conoscenza e di diffusione, spesso è colpa degli stessi valdostani...   Rocco assicura che ora si sente valdostano e che vuole continuare a parlare il patois, e si prende il "Bravo !" da Erneste e da Zalìe...   Tutti si mettono a sedere mentre entra Fransoué.

Scenetta con Fransoué, Zalìe, Rocco e Palmira
Fransoué entra nel bar e si rivolge alla barista Zalìe chiedendole un buon caffé...   Zalìe domanda se vuole un caffé liscio o corretto, e Fransoué risponde che lo vuole corretto, come al solito, con una buona goccia di "vouassa" (buona grappa)...   Fransoué comincia a corteggiare Zalìe dicendole che oggi è particolarmente bella e che si sente attorno a lei il profumo della primavera...   La barista, falsamente a disagio, dice a Fransoué di smettere di dirle queste cose che la fanno diventare rossa, ma lui ribadisce che l’ama come un disperato ("eun dispéro...").   Zalìe gli dice di stare zitto poiché è risaputo che lui ama tutte le belle donne che incontra e Fransoué ne approfitta per dirle che, appunto, lui ama lei che è la più bella del villaggio...   Mentre Zalìe dice a Fransoué di stare zitto e di bere il suo caffé, Rocco chiede ai presenti se ci sia qualcuno interessato a fare una partita a belote (un gioco di carte molto conosciuto in Valle d’Aosta) e si prende un’altra battuta ironica da Palmira.   Appena la situazione si calma, entra nel bar una Demouazella che nessuno conosce...

Scenetta con Demouazella, Zalìe, Fransoué, Palmira, Rocco e Erneste
La Demouazella entra nel bar, si avvicina al banco e si rivolge alla barista Zalìe chiedendole se in questo bar si può bere un "maroqueun..", esprimendo molti dubbi sulla capacità di questo bar di paese di prepararlo..   Fransoué, in parte equivocando volontariamente, risponde: "Pensa te... se non sono arrivati anche qui i ... maroqueun ...".   Zalìe la tranquillizza, dicendole di sedersi pure al tavolino mentre lei le prepara il "maroqueun" richiesto..   Prima di sedersi, la Demouazella chiede dov’è la toilette, ricevendo la risposta che è appena fuori la porta del bar.   La Demouazella esce e subito i presenti si domandano chi sia..   Palmira si domanda da dove arriva questa signorina e chi l’abbia già vista..   Tutti rispondono che non la conoscono, mentre Fransoué ammette che la signorina possiede delle "poppe gneunca mal ! "..   Questa battuta riceve una risposta indignata da Zalìe che gli rinfaccia che ha appena detto che lei è la più bella del villaggio ma, appena arriva una straniera, ecco che Fransoué si comporta come al solito...   Mentre si continua a discutere nel bar sulla signorina, si sente gridare la Demouazella fuori dal bar... "Aiutatemi ! Aiutatemi ! "...   La Demouazella rientra nel bar zoppicando e gridando: "Povera me.. povera me.. che male che ho... "   Tutti le chiedono cosa sia successo, mentre l’aiutano a sedersi, e la Demouazella risponde arrabbiata che è caduta nella toilette, perchè il pavimento è troppo scivoloso e dice di essersi sicuramente rotta una gamba, minacciando di denunciare la barista..   Rocco cerca di tranquilizzarla dicendole che se si fosse rotta una gamba, non avrebbe potuto ritornare da sola nel bar...   La Demouazella ribadisce che sicuramente si è rotta una gamba, per il troppo male che sente, grida a Fransoué di non toccarla e di sbrigarsi di cercare un medico, di chiamare la Croce Rossa...   Erneste le chiede se è proprio sicura di far chiamare la Croce Rossa e riceve la richiesta di sbrigarsi a telefonare...   Fransoué telefona alla Croce Rossa chiedendo una ambulanza ma riceve una risposta negativa: tutte le ambulanze sono già impegnate altrove...   La Demouazella si arrabbia ancora di più dicendo che ci deve essere una ambulanza per lei e, rivolgendosi a Fransoué, chiede se non sa chi sia lei...   Fransoué dice che francamente non la conosce proprio e dopo che la Demouazella rivolge la stessa domanda a tutti gli altri, riceve sempre la stessa risposta: nessuno la conosce...   Palmira dice a Fransoué di cercare comunque un medico..   Zalìe trova sulla sua agenda alcuni numeri telefonici di qualche medico e li fornisce a Fransoué che inizia a telefonare...   Lui riesce a contattare un medico condotto (una donna) che si trova in zona per un’altra visita, e spiega cosa è successo dicendo che la malata, che si trova presso il bar di Zalìe, ha male e si lamenta molto...   Il medico risponde assicurando che, appena finita la visita in corso, arriverà al bar per visitare la Demouazella...

Scenetta finale con Demouazella, Medeheun, Zalìe, Fransoué, Palmira, Rocco e Erneste
Entra nel bar Lo Medeheun un medico condotto locale (una donna), vestito con un abito professionale di colore bianco e con una grossa borsa in mano...   Dopo i saluti convenevoli, chiede qual’è la malata...   I presenti fanno largo e indicano al medico la Demouazella seduta a un tavolino con la gamba sostenuta sopra uno sgabello...   Appena il medico la vede, esce in un commento particolare: "Oh ! mondje-mé.. Vo madama? "..   Infatti il medico riconosce nella Demouazella quella strana signorina che gira spesso nei dintorni, facendo finta di farsi male presso negozi, bar, ristoranti e cercando di farsi sborsare qualche soldo minacciando di denunciare i proprietari..   Lo Medeheun chiama da parte la preoccupata Zalìe e le spiega chi è in effetti la Demouazella e le dice di averla già visitata altre volte presso negozi e bar, in seguito a false cadute accidentali, sempre senza testimoni.   Zalìe conferma che, anche in questo caso, nessuno l’ha veduta cadere in bagno e però confessa al medico che è molto preoccupata per eventuali denunce...   Lo Medeheun tranquillizza la barista e le dice che, stavolta, ha in mente una cura speciale per questa malattia conosciuta come: "lo Mou di troo bièn" che si diffonde sempre di più al giorno d’oggi...   Il medico e la barista rientrano nella sala principale del bar e il medico chiede alla Demouazella di fare quattro passi nella sala mentre lei si prepara per la visita, infilandosi i guanti, mettendosi una luce frontale e prendendo gli attrezzi dalla borsa..   La Demouazella si alza e, continuando a zoppicare, fa quattro passi verso la porta del bar, mentre tutti la guardano...   Il medico chiama al suo posto la signorina, la quale improvvisamente si mette a camminare normalmente, forse dimenticandosi di comportarsi da inferma.. e tutti notano questo atteggiamento, compreso il medico..   Quest’ultimo tranquillizza la Demouazella dicendo che ha già affrontato casi simili, perche' conferma che questa è lo mou di troo bièn: una malattia dei giorni nostri che si diffonde facilmente tra le persone...
Anzi, lo Medeheun, rivolgendosi alle altre persone presenti sulla scena, dice che è praticamente un "virus", al chè tutti fanno un salto indietro..
Poi, spennella con olio la gamba della signorina e la tasta chiedendo dove sente maggior dolore...   "... Un po’ più su... " e subito dopo "... no, no, un po’ più giù...", proseguendo così per un po’...   Alla fine, il medico conclude la visita dicendo che "... questa malattia non è proprio una cosa da ridere... ", ma conferma che: "... se il rimedio si prende in tempo si può guarire in quattro quattr’otto..."   Poi, rivolgendosi al pubblico, continua: "... Credo che sia il solo caso nella storia che sia stata inventata la medicina prima della malattia ..."..   Lo Medeheun chiede alla Demouazella se vuole effettuare il trattamento subito qui nel bar o se vuole essere trasportata in ospedale per effettuare le cure necessarie come ricoverata ...   La signorina dice che non vuole andare in ospedale e chiede se il trattamento è molto doloroso, ma il medico la rassicura ribadendo che il trattamento è proporzionato alla malattia...   Prende sotto braccio la Demouazella, la accompagna nella saletta accanto, le fa inclinare il busto in avanti e appoggiare le mani sul tavolo, e poi le dà un bel calcio sul sedere...   La signorina si alza di scatto massaggiandosi i glutei e si rivolge interrogativamente verso il medico, che sentenzia: "Ora vi faccio andare a casa.. Vi cacciate a letto per qualche ora... e vedrete che vi cambierà la vita...".   Poi, lo Medeheun continua: "... Dopo una settimana, se ci fosse bisogno, venite a trovarmi ancora e rifaremo il trattamento...".   Il medico prende la borsetta della signorina, gliela consegna e l’accompagna all’uscita..   Mentre parte una musica in sottofondo, il medico torna in scena e, come in un film muto, prende sottobraccio prima Erneste, poi Fransoué e quindi anche Palmira, portandoli nella saletta per sottoporli alla stesa cura della Demouazella..   La musica si spegne e lo Medeheun torna verso il banco del bar per brindare con Zalìe e con Rocco (i soli non contaminati)...   Tutti e tre col bicchiere in mano si rivolgono verso il pubblico e lo salutano con un brindisi ricordando a tutti di fare attenzione al ... virus... e al contagio, altrimenti lo Medeheun è sempre disponibile per praticare la stessa cura...
Con questo brindisi, rivolto al pubblico, si chiude la Pièce, mentre tutti gli altri attori, chiamati da Pierino Martin, salgono sul palco per i saluti..



Personaggi (in ordine di apparizione) :
la barista,
che deve sopportare molte situazioni :
Zalìe ( Sarah Donini )
1° cliente del bar,
che ama spettegolare :
Lizetta ( Sylviane Rista )
2° cliente del bar,
che ama spettegolare come la precedente :
Soufie ( Aurora Mondet )
3° cliente del bar,
che porta brutte notizie :
Erneste ( Enea Fiorentini )
4° cliente del bar,
... creduta morta :
Ambrozine ( Lara Cheillon )
la voce misteriosa,
che bacchetta tutti... :
la Vouése ( Benedetto Danieli )
5° cliente del bar,
l’arrabbiata :
Palmira ( Marika Bonjean )
6° cliente del bar,
l’abruzzese che vuole parlare in patois :
Rocco ( Vezio Martocchia )
7° cliente del bar,
l’amante delle belle donne ... e della barista :
Fransoué ( Italo Gambin )
la signorina misteriosa,
in cerca di soldi e di guai... :
la Demouazella ( Viviana Tonso )
il medico condotto (donna),
che interviene con metodi antichi e risolutivi... :
lo Medeheun ( Carla Ceriano )

Scenografia :
Al centro del palco, appare un bancone del bar con sopra le bottiglie, una macchina del caffé e qualche bicchiere.
Alle spalle del banco c’è una foto gigantesca che riproduce gli scaffali di un vero bar, con molte bottiglie di liquori vari.
Davanti al bancone e sui suoi lati, ci sono due tavolini con sedie.
Di fianco al bancone c’è una specie di separé che divide in due l’ambiente e che crea una piccola saletta dove c’è un tavolino con una sedia.
Dal lato della saletta si esce di scena, mentre dal lato posto entrano gli attori..
Quando si apre il sipario, appare la scenografia sopra descritta e compaiono i primi personaggi:
- Zalìe, la barista che sta pulendo dei bicchieri;
- Lizetta, una cliente già seduta al tavolino;
- Soufie, una seconda cliente anche lei già seduta allo stesso tavolino e che parla con Lizetta e con la barista.

Dialoghi :
Una parte di attori usa il patois di Aosta, ma con le modifiche apprese al Corso del BREL, altri utilizzano il patois di Rhêmes-Saint-Georges, seguendo la versione del testo trascritto dal maestro Pierino Martin (originario di questa località).
Altri ancora usano il patois di Villeneuve, Saint-Pierre, Gressan, Porossan o quello di Saint-Christophe, mentre la barista Zalìe utilizza il patois di Arnad, sua località di provenienza.
Si è deciso di lasciare utilizzare dagli attori questo singolare mix di patois poiché si è convinti che ciò ha reso più naturale la conversazione, più chiara la complessità del nostro francoprovenzale e maggiormente viva ed interessante la pièce.




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Aggiornamento - 25/10/2011