Gneun vagne pamì de trifolle
( Più nessuno semina le patate )

Il testo della seconda pièce teatrale in lingua franco-provenzale (patois),
scritta e presentata al pubblico da un gruppo di allievi
dei Corsi di Patois del BREL di Aosta

di Enea Fiorentini


(Contributi di: Domenico Artuso, Nicole Bollon, Jeannette Bondaz, Pierrette Bovio,
Francesco Di Vito, Ivan Dotti, Elena Duroux, Enea Fiorentini, Angelo Grandini,
Giusi Junod, Vanda Mancuso, Vasco Marzini, Primo Musetti, Luisa Perotto)

La Trama
Questa Pièce vuole raccontare, in maniera comica e allegra, la storia di uno dei tanti villaggi di montagna della Valle d’Aosta che hanno vissuto il trauma della fuga di molte persone attratte dalla possibilità di una vita migliore nelle grandi città di fondo valle.   Raramente, questi villaggi hanno visto un ritorno stabile dei nuclei familiari originari o di nuovi abitanti, se non per qualche breve periodo di vacanza.
In questo racconto si parla quindi del desiderio di abbandono del villaggio da parte di diversi personaggi, ma anche di un loro ritorno con qualche prospettiva di migliorare la propria situazione e forse anche di quella del villaggio, con nuove iniziative.   Però, alcune di queste iniziative, in parte proposte per migliorare il paese, non sono prive di tentativi di speculazione.
La storia tenta di fornire una propria possibile morale, espressa sulla scena con una scritta su un cartello: < Ne vends pas tes biens a qui veut ta fin > ( Non vendere i tuoi beni a colui che vuole la tua fine ).   Il cartello è posto davanti al palchetto in cui si esibisce l’ Eco di Veladzo, una specie di "Grillo parlante" che mette un po’ alla berlina i vari personaggi che si presentano sul palcoscenico, svelandone i sotterfugi e/o i doppi fini.
Il villaggio, dal nome molto significativo di < Tsan-de-Trifolle > (Campo di Patate), già famoso in tutta la zona per la produzione di ottime patate gialle e rosse, ora vive un momento di crisi.   Giovani e anziani del paese non vogliono più lavorare la terra e... vagnì le trifolle ... (cioè seminare le patate ) e se ne vanno in città in cerca di avventure.
Il vecchio zoppo del paese (lo viou trampo Pantion), rimasto solo, vuole scendere in città per cercarsi una badante... giovane...   Anche alcune autorità locali: il parroco e la maestra scendono in città in cerca di alternative.
Prima Parte :
L’ Eco di Veladzo apre la prima parte della Pièce con la presentazione della storia del villaggio e della sua attuale situazione.
Poi, mentre l’ Eco si posiziona sul suo palchetto, da dove interverrà di quando in quando, si accendono le luci sulla prima scena e sui primi personaggi, quelli fondamentali della pièce (Batezar e Sesile, marito e moglie), seduti su una panca, sulla soglia di una vecchia abitazione tipica valdostana (un rascard).
Essi parlano della imminente festa del Patrono del paese e si domandano se tutto è pronto per la festa e, soprattutto, se la loro casa è stata preparata convenientemente per ricevere a pranzo il parroco, come di consuetudine.
Mentre discutono animatamente, sale sul palco Don Pierino il parroco del villaggio che, con il breviario in mano, si avvicina ai due.   Batezar e Sesile si alzano in piedi, salutano il prete e gli ricordano che è invitato a pranzo da loro dopo la cerimonia del Patrono.   Don Pierino si scusa ma ricorda che non potrà essere presente alla Festa poichè deve scendere in città per un incontro urgente col Vescovo.
I due gli chiedono il perchè di questa sua assenza nel giorno del Patrono e il parroco spiega che ormai ha bisogno di un aiuto per ammodernare la chiesa, soprattutto il campanile, e sostiene che chiederà una nuova aiutante: la vecchia perpetua Sélestine ormai non ce la fa più...
Con grande rammarico di Batezar e Sesile, il parroco se ne va.. ma salgono subito sul palcoscenico il sindaco Justice, una donna... fin-a comme eun rèinar [ furba come una volpe ], accompagnata dal Cavalier Casacreo, un imprenditore milanese che presenta i progetti per ricostruire l’intero paese riempiendolo con nuove case, night, discoteche, campi da golf...
Sindachessa e imprenditore sono chiaramente d’accordo per sfruttare le possibilità di business nel trasformare il paese in un nuovo centro turistico... con una ovvia previsione di ottenere un grande guadagno economico personale...
Vanno avanti e indietro sul palcoscenico indicando tutti i vecchi fabbricati da abbattere per sostituirli con nuove strutture, il tutto con il disappunto e le proteste di Batezar e di Sesile e con le battute ironiche dell’ Eco.
La sindachessa Justice assicura i due vecchi che tutto sarà fatto per la modernità del paese, ed esce di scena seguita dal Cavalier Casacreo.
Entra in scena claudicante, sostenuto da un bastone e con la schiena curva, il vecchio Pantion che avanza lentamente verso Batezar e Sesile.   Questi due gli chiedono come va e Pantion racconta che non sta bene e che, essendo solo e quasi cieco, si è persino sbagliato nel prendere le medicine.   Nel raccontare uno scambio tra pastiglie e supposte, viene presentata una scenetta gustosa e surreale che strappa sempre risate e applausi da parte del pubblico.
Alla fine anche Pantion esce di scena, dicendo che vuole scendere in città per cercare una "brava" badante e viene accompagnato dalle battute dell’ Eco, mentre Batezar (trattenuto a fatica da Sesile) tenta di seguire Pantion alla ricerca della badante.   Appena il vecchio Pantion è uscito, ecco apparire la maestra Savènta, tutta trafelata e vestita con abiti da festa.
Alla richiesta dei due vecchi, Savènta dice che deve scendere di corsa in città per recarsi dai dirigenti scolastici a chiedere un maestro di sostegno.
Dice che ha una scuola formata da due scolari, ma di classi differenti, che la fanno disperare..
E’ decisa di arrivare fino all’Assessore per ottenere un aiuto..   Anche in questa scenetta si susseguono battute esilaranti tra i tre personaggi e, alla fine, Savènta scappa via di corsa, senza nemmeno accorgersi dell’arrivo di un suo vecchio scolaro Lucien che è anche il nipote di Batezar e Sesile.   Anche lui ha fretta di scendere in città per conoscere personalmente una "ragazza" che ha contattato su Internet e che ha il nick-name (il sopranome) di: " Fragola ".
Tra Batezar e Sesile, che non capiscono nulla di computer e di Internet, inizia un dialogo divertentissimo con il nipote Lucien, sia a proposito di questo strano incontro e sia sul lavoro promesso da Lucien allo zio, di cambiare la vasca da bagno, posizionata davanti casa e utilizzata per abbeverare le mucche, con dei bidet, ritenuti da Batezar più moderni ed eleganti.. così come hanno già fatto alcuni vicini di casa...
Dopo queste battute, Lucien esce di scena e si chiude così la Prima Parte della Pièce.
Seconda Parte :
Interviene ancora l’ Eco, in veste di presentatore, che ricorda che la nuova parte della Pièce è ambientata dopo qualche giorno dalla precedente.   Poi torna al suo posto...
L’introduzione è fatta da Batezar che porta in scena un sacchetto di patate acquistate al supermercato e viene rimbrottato da Sesile per aver sbagliato il "modello" di patata.
Poi si siede di nuovo sulla panca, vicino a Sesile, mentre entra in scena don Pierino, tutto sorridente, insieme con una nuova collaboratrice Divinne, molto preparata e affidabile.
Don Pierino dice di aver avuto un grande aiuto economico per ammodernare la chiesa e il campanile e farli diventare una specie di "agriturismo"; potrà così ospitare un gran numero di turisti e di fedeli che desiderino fermarsi qui, qualche giorno, per un ritiro "spirituale".
Nonostante le recriminazioni di Batezar e di Sesile, Don Pierino e Divinne dichiarano di andare avanti con il loro progetto per favorire la modernità e, ripetendo più volte questa battuta, escono di scena.
Entrano in scena la sindachessa Justice con il Cavalier Casacreo che ha in mano una borsa piena di progetti di nuove costruzioni.   I due si guardano in giro decidendo quali terreni e quali case acquistare per costruire piscine, discoteche e quant’altro serve per il nuovo centro turistico...
Alle perplessità della sindachessa per l’acquisto di terreni agricoli e per poter costruirci sopra nuove strutture, l’imprenditore milanese si mostra tranquillo e sicuro, tira fuori dalle tasche numerosi biglietti di Euro di grossa taglia e li fa sventolare in faccia alla sindachessa e di fronte al pubblico.
Sventola altri soldi in direzione di Batezar e di Sesile per calmare le loro rimostranze.
Poi, inneggiando alla modernità del villaggio, Justice e il Cavalier Casacreo escono di scena.
Si diffonde una musica, del tipo < la vie en rose > e, su questa, entrano in scena ballando la maestra Savènta e Mario, il bel maestro "di sostegno".
Dopo un lungo giro di ballo sul palcoscenico, Savènta spiega di aver ottenuto un maestro di sostegno indicando Mario e lui spiega di essere venuto al villaggio per aiutarla a scuola e in casa...
Questa nuova situazione sollecita alcune battute sarcastiche da parte dell’ Eco, poi i due sempre sulla stessa musica, fanno un altro giro ballando sul palcoscenico prima di uscire di scena.
Il loro posto viene subito preso dal vecchio Pantion che è accompagnato da una nuova badante, giovane e atletica, dal nome Tchelonòva...   Pantion entra trotterellando e sembra ringiovanito e più in tono.   Lui spiega che lei è la nuova badante che si prende cura di lui e che lui quindi non ha più bisogno di prendere medecine.
Si lamenta però della "rigida" dieta a cui è obbligato e del gran numero di esercizi a cui viene sottoposto dalla badante (e, a volte, sembra rimpiangere la propria vecchia moglie).
Scenette divertenti si susseguono tra i due e, alla fine, escono di scena esibendosi in una esilarante ginnastica.
La scenetta finale, più esplosiva delle altre, è riservata alla performance di Lucien (il nipote di Batezar e di Sesile) che torna al paese non con "Fragola", ma con " Fifì " (uno strano amico) accompagnato dal suo cagnolino Guglielmo.
Le numerose incomprensioni tra i vari personaggi in scena, le battute divertenti sul cane, il linguaggio con doppi significati e le battute sulla scuola e sulle insegnanti di patois, terminano con i due che vanno a casa di Lucien [ Lulù ] per provare il bagno con la cromoterapia..
Batezar e Sesile, ormai disperati e dissillusi sulla possibilità di vivere ancora in un paese così cambiato, mettono il cartello "Vendesi" sulla propria casa, poi si tolgono i vestiti, rimanendo in un abbigliamento esotico; poi prendono una valigia con scritto: Hawaii e se ne vanno gridando: ... allèn à la groussa goille... [andiamo al mare !] .
Termina così questa Pièce, con la chiamata sul palcoscenico di tutti gli attori, insegnanti e musicisti, per un saluto finale al pubblico, allietato anche con la musica e le parole della cantautrice Yvette Buillet, che canta la canzone " Benefort et Tsou-grà " di Maguì Bétemps !



Prima Parte :


Personaggi :    
il presentatore : lo prézèntateur (E. Fiorentini)
l’Eco del Villaggio : l’Eco di Veladzo (E. Fiorentini)
un uomo anziano : lo viou Batezar (F. Di Vito)
sua moglie : sa fenna Sesile (E. Duroux)
il parroco del villaggio : lo prie Don Pierino (P. Musetti)
la sindachessa del villaggio : la senteucca Justice (G. Junod)
l’imprenditore milanese : lo Cavalier Casacreo (A. Grandini)
il vecchio zoppo del villaggio : lo viou trampo Pantion (D. Artuso)
la maestra del villaggio : la mètressa Savènta (V. Mancuso)
il giovane nipote di Batezar : lo dzovenno Lucien (I. Dotti)

Scenografia :
Sullo sfondo, appare una foto di una antica costruzione rurale.
Ai lati di questa, sono sistemate alcune balle di fieno, un po’ di fiori e davanti alla casa una panca.
Da un lato della scena, c’è un baldacchino con una apertura tipo finestra.   Nella parte alta della finestra c’è la scritta: ECO di Veladzo; mentre sotto la finestra è appeso un cartello con la scritta che rappresenta un po’ la morale della Pièce: Ne vends pas tes biens a qui veut ta fin  [ Non vendere i tuoi beni a colui che vuole la tua fine ].
Il baldacchino è il posto dove si collocherà il personaggio Eco.
Seduti sulla panca ci sono:
- Batezar, che maneggia alcuni attrezzi mentre parla con Sesile;
- Sesile, sua moglie, che lavora a maglia.


Dialoghi :
Tutti gli attori usano il patois di Aosta, con le modifiche apprese al Corso del BREL, con l’eccezione di Sesile che usa il patois di Torgnon.

Presentazione della 1a Parte :
L’ Eco si presenta da solo sul palco.
Nella veste di presentatore, introduce la trama della 1° parte :


(.. Bonsuà à tcheut !
Seutta l’è la counta, tchica drôla, di noutro veladzo: "Tsan-de-Trifolle"
Ci veladzo lie bien recherché pe salle dzente trifolle dzane e rodze... le pi bounne de la région..
Ara gneun plante pamì salle trifolle... Sòn tcheut feun !
Voulòn travaillì poucca e gagnì tan !
E’ adon... lo veladzo l’è tchandjà !
Lo dzor di Patròn lè eun trèn d’arreuvì é... allèn vére sènque acapiyte ! )


(.. Buonasera a tutti !
Questa è la storia, un po’ strana, del nostro villaggio: "Tsan-de-Trifolle"
Questo villaggio era molto famoso per quelle belle patate gialle e rosse... le più buone della regione..
Ora nessuno vuole più seminare quelle patate... Son diventati tutti furbi !
Vogliono lavorare poco e guadagnare molto !
E allora... il villaggio è cambiato !
Il giorno del Patrono sta per arrivare e... andiamo a vedere cosa capita... )


 Testo della Prima Parte della Pièce



Seconda Parte :


Personaggi :    
il presentatore : lo prézèntateur (E. Fiorentini)
l’Eco del Villaggio : l’Eco di Veladzo (E. Fiorentini)
un uomo anziano : lo viou Batezar (F. Di Vito)
sua moglie : sa fenna Sesile (E. Duroux)
il parroco del villaggio : lo prie Don Pierino (P. Musetti)
la nuova perpetua del parroco : la nouva serventa Divinne (L. Perotto)
la sindachessa del villaggio : la senteucca Justice (G. Junod)
l’imprenditore milanese : lo Cavalier Casacreo (A. Grandini)
il vecchio zoppo del villaggio : lo viou trampo Pantion (D. Artuso)
la nuova badante : la nouva badante Tchelonòva (L. Perotto)
la maestra del villaggio : la mètressa Savènta (V. Mancuso)
il maestro di sostegno : lo mètre Mario (I. Dotti)
il giovane nipote di Batezar : lo dzovenno Lucien [ Lulù ] (I. Dotti)
lo strano amico di Lucien : Fifi avouì son cagnon Guglielmo (V. Marzini)

Scenografia :
Sullo sfondo, appare la stessa foto di una antica costruzione rurale.
Ai lati di questa, sono sistemate alcune balle di fieno, un po’ di fiori e davanti alla casa una panca.
Da un lato della scena, c’è un baldacchino con una apertura tipo finestra.   Nella parte alta della finestra c’è la scritta: ECO di Veladzo; mentre sotto la finestra è ancora appeso lo stesso cartello con la scritta: Ne vends pas tes biens a qui veut ta fin.
Il baldacchino è il posto dove si collocherà il personaggio Eco.
Seduta sulla panca c’è:
- Sesile, la moglie di Batezar, che lavora a maglia.
- Batezar entra in scena con un sacchetto di patate in mano, dirigendosi verso Sesile, parlandole e poi sedendo sulla panca accanto a lei.


Dialoghi :
Tutti gli attori usano il patois di Aosta, con le modifiche apprese al Corso del BREL, con l’eccezione di Sesile e Divinne-Tchelonòva che usano il patois di Torgnon.

Presentazione della 2a Parte :
L’ Eco si presenta un solo attimo sul palcoscenico e, come presentatore, introduce la 2° parte della Pièce con queste brevi parole:

(.. Eun per de dzor aprì... )

(.. Un paio di giorni dopo... )

Si accendono i fari sulla scena centrale e l’ Eco torna al suo posto dietro il baldacchino...


 Testo della Seconda Parte della Pièce


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Aggiornamento - 8/12/2008