Dedeun eunna cantin-a eun Veulla
( Dentro un bar ad Aosta )

Il testo della terza pièce teatrale in lingua franco-provenzale (patois),
scritta e presentata al pubblico da un gruppo di allievi
dei Corsi di Patois del BREL di Aosta

di Enea Fiorentini



(Contributi di: Laura Allamandola, Nicole Bollon, Marika Bonjean, Elena Duroux,
Enea Fiorentini, Giovanni Follien, Luisa Maria Gianoglio, Giusi Junod,
Vanda Mancuso, Vezio Martocchia, Primo Musetti, Luisa Perotto)

La Trama
Questa Pièce ha una trama molto semplice: è composta infatti da una sequenza di scenette comiche che hanno il solo scopo di far ridere.   Essa racconta, in maniera grottesca e surreale, alcune possibili situazioni che possono capitare all’interno di un "ipotetico" bar nel centro della città di Aosta.   Le scenette presentate non hanno alcun riferimento a situazioni accadute, anche se esse possono essere plausibili, e/o ad un bar specifico di città.

Scenetta dei baristi e di Vèyo de La Piorna
La Pièce inizia con una prima scenetta ambientata all’apertura del bar, con la presenza dei proprietari e gestori del bar: il padre (Délfino), la moglie (Vira), la figlia (Méliye).   Mentre il padre e la madre stanno pulendo e sistemando le stoviglie, la figlia si avvicina al banco con in mano un vassoio carico di bicchieri.   Un po’ per sbadataggine e un po’ per stanchezza per mancanza di sonno dopo una nottata in discoteca, Méliye fa cadere il vassoio con i bicchieri e si prende una sgridata dalla madre.   Vira sgrida anche il marito che, come al solito, è dalla parte della figlia.
Ad interrompere le dispute familiari, entra in scena Vèyo de La Piorna, soprannome di un avventore assiduo del bar, quasi sempre ubriaco e sempre a caccia di qualche altro avventore che gli possa offrire da bere.   Vèyo racconta a Vira una storia strana.   Dice di essersi trovato a guidare la propria auto, con moderazione, in mezzo a macchinari più grossi della sua vettura; sostiene che lo hanno superato anche grossi amnimali e elicotteri che viaggiavano raso terra a forte velocità.
Si lamenta che, una volta, gli hanno tolto la patente per aver superato di poco il limite di velocità, mentre ora vede una moltitudine di bambini e di ragazzi che guidano grosse auto e che vanno più veloci di lui senza che nessuno dica niente...
Un po’ sorpresa, Vira gli chiede se per caso sia stato al "Luna Park".
Brontolando, Vèyo va a sedersi al suo solito tavolino e chiede a Vira un bicchiere di vino rosso.


Scenetta di Djépasse e di Méliye
Inizia una nuova scenetta.   Anticipato da alcune battute ironiche di Méliye e di Délfino, entra in scena Djépasse, un professore assiduo frequentatore di questo bar.   Da poco tempo, il professore è stato abbandonato dalla moglie e ha strane idee per la testa, forse dovute alla depressione.
Dopo il solito saluto con Méliye, il professore dice che la vita attuale, così come viene vissuta, è troppo dura:   <... Triboli !  Triboli !  Triboli !    E, alla fine, cosa ottieni !   La morte !... > sentenzia, iniziando uno strano discorso.
Con un racconto "alla rovescia", egli sostiene che la vita dovrebbe cominciare dalla morte e poi, piano piano, dovrebbe permettere di ringiovanire fino vivere una vita di lavoro, di feste, di bevute (e quante... come quelle all’epoca dei "Coscritti" che fanno venire in mente a Vèyo le proprie sbornie) e a terminare la propria esistenza tornando nel ventre della mamma per assistere a certe manovre preliminari !!...   I baristi, stupefatti, fanno dei commenti dicendo che allora era proprio vera la diceria del professore diventato matto...


Scenetta di Djépasse e di Dzènta
La scenetta cambia di nuovo: entra nel bar Dzènta, una avvenente signora che si siede al banco chiedendo un caffé.   Il professor Djépasse, affascinato dalla bella signora, le si avvicina presentandosi.   La trova ben disposta al dialogo e allora iniziano a scambiarsi alcune confidenze.   Il dialogo precedente del professore viene completamente stravolto dalle parole e dalle richieste della nuova venuta e Djépasse cerca di fronteggiare le sue esternazioni e di consolare un certo malumore che vede emergere dai discorsi della signora.   Ma una verità imprevista interrompe le sue illusioni.   Infatti, la signora rivela di essere stata un uomo e di aver fatto una "speciale" operazione per diventare donna: <... Amo troppo gli uomini ! ... E dopo l’operazione ... > lei confessa al professore.   Lui, sempre più spaventato, esclama: <... L’operazione ?! ...>.
Trova una scusa per uscire dal bar e allontanarsi da lei e, mentre lei lo insegue, esce di scena !
Durante questa scenetta, Vèyo non cessa di fare battute ironiche, sempre seduto al suo tavolino.


Scenetta di Délfino, Vira e la turista inglese
Mentre Djépasse esce dal bar, entra una turista inglese che si siede ad un tavolino, chiedendo un thé.   Inizia così un’altra scenetta tra la turista e Délfino.   Lei chiede di parlare col sindaco per conoscere la città e i suoi costumi, ma il barista dice che non è il caso; lui le può dare un aiuto poichè conosce bene tutta la zona.   La turista nota una porta con la scritta "W.C.", si alza e prova ad aprirla trovandola invece chiusa:   <... Nel nostro paese... > dice la turista <... non si chiudono mai le porte della Walls Chapel ...> confondendo il gabinetto con una "Cappella".
Si susseguono, così, battute divertenti tra i due personaggi.
Poi, dopo una battuta finale: <... come sono strani questi inglesi... >, Délfino chiama Vira per sostituirlo al banco, dicendo che lui deve andare urgentemente in "Regione".
<... Ancora ? ...> borbotta la moglie <... ma se sei appena andato... Ma va ! Va ! ...> esclama ...


Scenetta di 4 LAN, Vira, Méliye e i 2 ubriachi
Cambia di nuovo la scenetta.   Mentre Délfino esce dal bar, vi entra 4 LAN il becchino, così soprannominato per il suo mestiere e per il fatto che è sempre a caccia di possibili "clienti".   Al suo arrivo, così vestito di nero, tutti fanno le corna..   4 LAN si guarda attorno, si rivolge verso il pubblico lamentandosi che oggi tutte le persone stanno troppo bene (anche grazie alle medicine moderne), ma si illumina vedendo Vèyo, sempre più ubriaco, che gli sembra poter divenire, a breve, un buon "cliente".   Fa alcune battute scarcastiche con il pubblico e con Méliye e Vira e poi chiede un caffé: <... Neue ! .. fran neue !... > (Nero... ben nero !).   In quel momento, entra in scena Dobblo Vèyo, un altro ubriaco della zona, amico di Vèyo, chiamato così perchè gira per la città con due grossi bicchieri, appesi ad una corda appoggiata sulle spalle e inizia le sue battute chiedendo a Vira: <... Dou vèyo de rodzo... fran rodzo... > (Due bicchieri di rosso... ben rosso !) appunto, ma dentro i suoi bicchieri.   Mentre Dobblo Vèyo si accomoda al tavolo di Vèyo con i suoi bicchieri giganteschi, inizia una serie di battute divertenti tra Vira, 4 LAN e i due ubriachi.   I due ubriachi continuano a bere, e 4 LAN continua a versare loro da bere con in mano un fiasco di vino rosso, sperando in cuor suo che qualcuno di loro crolli...   Durante uno degli ultimi brindisi, 4 LAN tira fuori un metro e comincia a prendere delle misura sulle spalle di Dobblo Vèyo e, quando quest’ultimo si alza in piedi traballando, gli prende le misure anche dal "cavallo" ai piedi.   L’ubriaco si accorge della manovra e sgrida 4 LAN poi, rivolto al pubblico, esclama: <... Pión oué !!... Mé "cupio" na !! Eh ?! (Ubriaco si !! Ma "invertito" no !! Eh ?!).   Infine, retrocedendo, Dobblo Vèyo stramazza a terra.   4 LAN si precipita ad aiutarlo e lo trascina fuori di scena, lasciando un foglio (una sua locandina pubblicitaria) a Vira.   La barista apre il foglio e legge la "pubblicità" ad alta voce: <... Muori oggi e paghi domani !  Interessi Zero !!... >.

Scenetta di Vira, Méliye, Vèyo e dei turisti meridionali
Mentre 4 LAN esce dal bar trascinando fuori Dobblo Vèyo, incrocia una famigliola di turisti meridionali che entrano nel bar.   Sono padre, madre e figliola.   Si siedono ad un tavolo, mentre Vira si avvicina chiedendo se vogliono fare colazione: (Dedjeuón in patois)...   Il padre equivocando il termine di "Dedjeuón" (colazione) con fajouloù (fagioloni), è tutto contento di aver capito la lingua locale e, soprattutto, di aver trovato piatti familiari anche quì.   Inizia un dialogo tra la turista e la barista a proposito di trovare un posto in città a prezzo moderato.   La turista dice di aver visto un grande albergo chiamato: Hôtel de Ville, non sapendo di far riferimento all’edificio del Municipio.   Dopo altre battute divertenti scambiate tra i turisti, Méliye e Vèyo, interviene Vira che dice di conoscere un amico che ha un piccolo albergo, con prezzi moderati, e che può fargli subito una telefonata.   I turisti ringraziano e Vira va al telefono, presente sul banco, e inizia una telefonata.   Chiama il suo amico Maurice e gli chiede se ha posti liberi per due adulti e una ... Mignotta... ..   Sentendo questo termine (offensivo per le genti del centro e sud Italia), la mamma turista si alza inviperita e si rivolge a Vira offendendola..   Nel suo dialetto dice: <... Ti cchiù corne tu che nu ciste de ciammariche !!... > (..hai più corna tu che un cesto di lumache..), poi ordina alla figlia e al marito di alzarsi e di uscire dal bar, non ascoltando le lamentele dell’uomo che ha già iniziato a mangiare.   Ovviamente Vira non capisce cosa sia successo e la figlia Méliye glielo spiega ridendo.   Amareggiata, Vira dice che le persone d’oggi non sono proprio "più a posto"...

Scenetta di Vèyo, Dobblo Vèyo e Vira
Escono i turisti ed entra Dobblo Vèyo, sempre più traballante e mezzo stracciato.   Racconta di essersi trovato sdraiato dentro <... 4 lan de bouque... > (quattro assi di legno... ) e di non sapere come sia finito lì..   Poi si va a sedere vicino a Vèyo, facendo ancora qualche battuta..

Scenetta di Djuteun, Méliye e Vira
Appena Dobblo Vèyo si siede al tavolo, entra in scena un nuovo personaggio: Djuteun, molto agitato e arrabbiato.   Parlando con Vira e con Méliye, dice che gli hanno appena rubato l’automobile, ma continua a dire; <... povera moglie ! ... povera moglie !...>   Un pò per volta, si viene a scoprire che oltre alla vettura, gli hanno rubato anche una confezione di Viagra.   Esce di scena ancora dicendo: <... povera moglie ! ... povera moglie !... povere donne !... E... povero anche me !!...>

Scenetta finale tra Vèyo e Dobblo Vèyo
Appena uscito Djuteun, Vèyo chiede a Dobblo Vèyo cosa sia successo a Djuteun.
Dobblo Vèyo dice che l’ha visto molto agitato ma sostiene di non aver capito bene la ragione...
Vèyo, dicendo all’amico che non capisce niente, gli spiega che hanno rubato la moglie di Djuteun.
<... e perchè essere così agitati ??... > dice Dobblo Vèyo..
<... non lo so !..> ribadisce Vèyo <... se avessero rubato mia moglie, avrei fatto festa per una settimana... > e Dobblo Vèyo replica che anche lui avrebbe: <.. fatto festa per uno.. anzi due mesi !..>;  con queste battute, entrambi i "Pion" si alzano facendo un ultimo grande brindisi.
Con questo brindisi, rivolto anche al pubblico, si chiude la Pièce, mentre tutti gli altri attori salgono sul palco per i saluti..



Personaggi :    
mamma barista : Vira ( Laura Allamandola )
papà barista : Délfino ( Primo Musetti )
figlia barista : Méliye ( Elena Duroux )
1° ubriaco : Vèyo de La Piorna ( Giovanni Follien )
il professore : lo profésseue Djépasse ( Enea Fiorentini )
la signora affascinante : Dzènta femalla ( Luisa Perotto )
la turista inglese : la turista anglléza ( Marika Bonjean )
il becchino : 4 LAN ( Vezio Martocchia )
2° ubriaco : Dobblo Vèyo ( Enea Fiorentini )
papà turista meridionale : pappa turista "de Ba" ( Primo Musetti )
mamma turista meridionale : mamma turista "de Ba" ( Vanda Mancuso )
figlia turista meridionale : feuille turista "de Ba" ( Luisa Maria Gianoglio )
il derubato dell’auto : Djuteun ( Primo Musetti )

Scenografia :
Al centro del palco, appare un bancone del bar con sopra la cassa, un telefono e qualche bicchiere.
Alle spalle del banco c’è uno scaffale con sopra alcune bottiglie e sulla parte alta compare una scritta: La Cantin-a, che è anche il nome del bar.
Davanti al bancone e sui suoi lati, ci sono due sgabelli.
Di fianco al bancone c’è una porta chiusa, con sopra una grande scritta: W.C.
Un po’ più spostati sul davanti e ai lati del bancone stesso, ci sono due tavoli con alcune sedie.
Quando si apre il sipario, appare la scenografia sopra descritta e compaiono i primi personaggi:
- Délfino, il papà barista che sta pulendo dei bicchieri;
- Vira, sua moglie barista che sta pulendo qualcosa sul bancone;
- Méliye, la figlia che sta trasportando un vassoio con sopra alcuni bicchieri...

Dialoghi :
Alcuni attori usano il patois di Aosta, altri quello di Charvensod, ma con le modifiche apprese al Corso del BREL, con l’eccezione di Méliye e di Dzènta che usano il patois di Torgnon.


 Testo della Pièce


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Aggiornamento - 02/05/2009