Visita alla Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune e
al Castello e Abbazia di Valère a Sion (Svizzera)

(insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta)



VISITA ALL’ABBAZIA DI SAINT-MAURICE-EN-AGAUNE
E AL CASTELLO E ABBAZIA DI VALÈRE A SION (SVIZZERA)

insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta
e guidati da uno storico valdostano

Venerdì 31 maggio 2024
 
Gruppo UNI3 all’ingresso della Abbazia di St-Maurice-en-Agaune in Vallese (Svizzera)
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)


Due visite in Vallese (Svizzera) (31-05-2024)


Plastico in bronzo dell’area
dell’Abbazia di St-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Plastico in bronzo dell’area
dell’Abbazia di St-Maurice-en-Agaune,
mentre c’è la distribuzione degli auricolari
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Pianta del XVII sec di Saint-Maurice su una
incisione di Manhäus Mertan del 1653, nella
Chiesa dell’Abbazia di St-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Zoom sul Campanile della
Basilica di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto da WEB)

Asta con parte del percorso della Via Francigena
all’ingresso dell’ufficio turistico
dell’Abbazia di St-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Targa col percorso svizzero (e, in parte, francese
e italiano) della Via Francigena sulla parete
dell’ufficio turistico dell’Abbazia
di St-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Porta principale della Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

La guida Jean-Paul spiega la storia
dell’Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Immagine di San Maurizio sull’altare
della Chiesa nell’Abbazia di St-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Pulpito (o ambone) scolpito del 751, all’interno
dell’Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Finestra istoriata all’interno nella Chiesa
dell’Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Una premessa

Alla fine del mese di maggio 2024, siamo di nuovo impegnati nell’esecuzione del nostro programma.  In questa data, l’attività prevista è una interessante visita a due luoghi svizzeri famosi per la storia e per la religiosità non solo per la Svizzera, ma per l’intera Europa.  Si tratta della Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune [1] , e del Castello e Abbazia di Valère a Sion [2] , in Vallese (Svizzera).  Al termine della prima visita (alla Abbazia di Saint-Mautrice), ci siamo fermati per la sosta pranzo al sacco in una grande sala polivalente sull’autostrada nelle vicinanze di Martigny.  Nel pomeriggio, proseguiamo per Sion per visitare la città e per salire sulla vicina collina e visitare il Castello e Basilica di Valère [2] .  Queste visite erano previste nel programma proposto agli amici della Università della Terza Età di Aosta (UNI3) e presentato sul  Calendario del 2024, illustrato nella Biblioteca Regionale "Bruno Salvadori" di Aosta il 15 gennaio 2024.  In questa sesta e ultima uscita del 2024, hanno aderito molte persone della UNI3 VDA, che hanno già partecipato alle uscite degli anni scorsi.  Tra i partecipanti di questa uscita, ricordo:
Alba, Alberto, Aldina, Alfonso, Carla, Claudia 1, Claudia 2, Claudio, Cristina, Emma, Enzo, Evelina, Federico, Fulvio, Gabriella, Giuliana, Laura, Lucia 1, Lucia 2, Manuela, Maria 1, Maria 2, Marisa, Mavi, Michele, Nadia, Piera, Rita, Roberto, Rosetta, Silvia, Sonia, Valeriano.
Per un totale di 33 partecipanti, che salgono a 37 considerando: Anna Maria Minuzzo, Paolo Jorrioz come organizzatori per conto di UNI3 VDA; Joseph Rivolin come nostra guida storica, e Enea Fiorentini come accompagnatore.  Per preparare questa visita, abbiamo già effettuato diversi sopralluoghi, quindi abbiamo deciso di utilizzare un pullman, visto anche il grande numero di partecipanti.  Ci raduniamo ad Aosta alle ore 7,45 su Piazza Mazzini (a sud dello Stadio M.Puchoz).  Il pullman è già in nostra attesa e il gentile autista Albano, che ci ha accompagnato varie volte, ci aiuta per la sistemazione delle persone.  Partiamo in perfetto orario attorno alle ore 8,00 fissando lo stop proprio nella zona dell’Abbazia di Sant-Maurice-en-Agaune, in Svizzera.  Iniziamo il viaggio, superando l’abitato di Aosta e dirigendoci lungo la SS 27 verso il confine svizzero del Gran San Bernardo.  Visto il periodo stagionale e il carico di neve al Colle, prendiamo il tunnel che collega il versante italiano a quello svizzero del Gran San Bernardo e ci ritroviamo in discesa lungo la strada cantonale svizzera 21.  Su questa, superiamo tutti i centri della Valle di Entremont fino a raggiungere il centro di Martigny, l’antico borgo gallico di Octodurum (capoluogo delle tribù dei Veragri), attraversato dalla Dranse, borgo che divenne poi il Forum Claudii Vallensium, capoluogo della Civitas Vallensium all’epoca romana.
Raggiungiamo l’importante snodo stradale di questa città, nei pressi del fiume Rodano, e ci dirigiamo verso nord, entrando sulla Autoroute du Rhône che seguiamo fino al centro cittadino di Saint-Maurice-en-Agaune.  Scendiamo dal pullman in un piazzale poco distante dall’Abbazia e, sotto un cielo grigio piombo che minaccia pioggia, raggiungiamo l’ufficio turistico a fianco dell’edificio religioso, dove siamo attesi dalle guide locali.  Ci presentiamo e scopriamo che una delle due guide locali: Jean-Paul parla correttamente la lingua italiana.  Anche se non abbiamo problemi a parlare e ad ascoltare i vari racconti delle guide in lingua francese, il fatto che Jean-Paul desideri parlare la nostra lingua, ci mette a nostro agio e agevola l’ascolto.  Mentre attendo il momento della visita, noto all’ingresso dell’ufficio turistico e sulla parete a fianco dello stesso, un’asta e un cartello con le indicazioni del percorso della Via Francigena da Besançon a Ivrea; via storica che transita per Saint-Maurice-en-Agaune, provenendo da Canterbury per proseguire per Roma, un’indicazione in più per capire l’importanza di questo luogo per l’accoglienza dei pellegrini.
Prima di entrare nella Chiesa abbaziale, sul piazzale antistante l’ingresso, a fianco di una bella scultura in bronzo che mostra la zona di Saint-Maurice dove è ubicata l’abbazia, veniamo dotati di speciali auricolari, in modo da sentire comodamente le spiegazioni della guida, senza far alcun rumore e senza disturbare altre persone presenti in chiesa e le eventuali funzioni.


Visita all’Abbazia
di Saint-Maurice-en-Agaune


Dopo la spiegazione preliminare di Joseph Rivolin, ci dividiamo in due gruppi e seguiamo le guide locali dentro la chiesa abbaziale.


L’interno della chiesa è ampio, suddiviso in tre navate da possenti colonne.  L’ambiente è scuro, illuminato da poche luci e dai grandi finestroni con vetri intarsiati che ricordano le vicende leggendarie della Legione Tebana (o Tebea) e del suo capo: Maurizio che fu martirizzato con i suoi compagni in queste zone.  Mentre iniziamo la visita ammirando i grandi finestroni, sentiamo un suono diffuso a bassa intensità che contribuisce a creare un’aria sacrale in tutte le aree adiacenti.  Jean-Paul inizia a raccontare la storia e la leggenda dell’arrivo in zona delle legioni romane, tra cui quella Tebana, inviate qui per sedare le frequenti ribellioni delle popolazioni locali, in particolare delle tribù galliche dei Veragri e dei Bagaudi.  San Maurizio (in latino Mauritius; in altre lingue Moritz, Morris, Maurice, Mauricio) nacque a Tebe, in Egitto nel III secolo, e morì ad Agaunum ai confini occidentali di quel territorio di conquista romana che si chiamava Raetia, nel 287 d.C. circa.  È stato un generale romano, capo della leggendaria "Legione Tebana" e venerato come santo dalla Chiesa cattolica.  Tuttavia, non esistono prove dell’esistenza storica né di Maurizio né della sua legione.  Secondo le agiografie, Maurizio sarebbe stato un dux dell’impero romano, a capo della leggendaria Legione Tebana egizio-romana (normalmente composta da 6.600 soldati), che avrebbe operato nella Mesopotamia nel corso del III secolo e che, successivamente verso la fine di questo secolo, fu trasferita nell’Europa centrale romana, a Colonia e a nord delle Alpi.  Il compito della legione era di assistere militarmente il generale e co-imperatore Massimiano (Sirmio [attuale Sremska Mitrovica in Serbia] 250 d.C. - Massilia [attuale Marsiglia] 310 d.C.), nella difesa contro le tribù dei Quadi e Marcomanni, barbari che dal fiume Reno stavano dilagando nella Gallia, e di sottomettere le popolazioni ribelli locali (che in parte si sentivano abbandonate dall’impero romano).  In seguito al rifiuto di intraprendere azioni punitive contro i cristiani sarebbe stato martirizzato durante la decima persecuzione di Diocleziano (Salona [l’attuale Spalato] nel 243 d.C. - Salona nel 313 d.C.), imperatore dal 284 al 305 d.C.  Tutte le vicende leggendarie della legione di Maurizio, dal loro arrivo da paesi lontani in queste zone e fino alla loro fine tragica, sono raccontate, in una maniera efficace e capace di produrre emozione e commozione, sulle grandi finestre istoriate a grandi colori che la guida Jean-Paul ci descrive man mano che ce le presenta passando accanto ad ognuna.  Nelle zone centrali e ai bordi della chiesa ci sono dei supporti luminosi con testi e foto che aiutano a far conoscere ai visitatori la storia di questo monumento.  Sopra l’altare principale, nei pressi dell’abside della navata centrale, c’è un grande quadro che rappresenta Saint-Maurice.  Già nel terzo quarto del IV secolo, i pellegrini giungevano numerosi nel luogo in cui erano custodite le reliquie di San Maurizio e di altri soldati della legione tebana, martirizzati ad Agaunum tra il 280 e il 290, recuperate dal vescovo di Octodurum, San Teodoro, tra il 370 e il 380.  Qui, nel corso del V secolo, nacque una comunità cenobitica.  Fondato nel 515 dal futuro re dei Burgundi: San Sigismondo (516-523), il monastero di Saint-Maurice divenne rapidamente uno dei più importanti insediamenti religiosi dell’arco alpino.  Guerre, incendi e cadute di rocce hanno distrutto a più riprese gli oratori a destinazione funeraria, le chiese e gli edifici monastici costruiti nel IV secolo ai piedi della falesia che domina il sito.  Scavate una prima volta tra il 1896 e il 1920 dal canonico Pierre Bourban (1916-1919), poi dal 1944 al 1948 dall’archeologo Louis Blondel, le antiche basiliche sono attualmente oggetto di una campagna di indagini archeologiche.
Molte parti della chiesa sono molto antiche e in parte salvate dalle devastazioni subite nel tempo.  Passiamo vicino ad alcune di queste, come il pulpito (o ambone) scolpito, posto in opera nella recinzione presbiteriale dell’abbazia attuale che risale, insieme con quelli dell’abbazia di Romainmôtier e di Saint-Pierre (odierna chiesa parrocchiale) a Baulmes (cantone di Vaud), alla fine dell’epoca merovingia (cioè al 751 circa).  Si suppone, infatti, che questi tre pezzi siano stati realizzati in occasione del viaggio del papa Stefano II (752-757), che rese visita al re Pipino il Breve (751-768) alla fine del 753.  Insieme con le guide visitiamo piccole sale con le fonti battesimali antiche e su un pilastro una targa in bronzo riporta la scritta in latino: "NIL SOLIDUM / NISI SOLUM" cioé: "Niente è solido se non il terreno".
Mentre ci avviciniamo alla parte archeologica, notiamo su una parete una targa in marmo con incise alcune parole in latino che ricordano i numerosi crolli di parti dell’abbazia e le date di uno degli ultimi restauri:
"Hanc Cathedralem basilicam / Adjectamque turrim / ingenti mole e saxo praecipiti / percussam ac graviter obrutam / abbatia agaunensis / respublica vallesiae / confoederatio helvetica / necnon publicus concursus / coadunatis opibus / denuo excitarunt atque innovarunt / 1946 - 1949", che significa:
"Questa cattedrale, questa basilica / e la torre annessa, / colpite da un enorme masso / proveniente da una roccia scoscesa / e pesantemente frantumate, / l’abbazia di Agaune, / la repubblica del Vallese, / la confederazione svizzera, / nonché il pubblico contributo / con le loro risorse, / ricostruite e rinnovate / 1946 - 1949".
Attraverso un lungo corridoio, ci rechiamo nella zona archeologica della basilica dove ci sono i resti di quelle più antiche con la presenza di molte tombe tra cui quella ipotizzata di Saint-Maurice.
Seguiamo la guida Jean-Paul attraverso i resti delle mura delle varie basiliche, crollate e sovrapposte le une sulle altre, e diversamente orientate man mano che venivano ricostruite, nella ricerca di una maggiore protezione rispetto alle periodiche cadute di enormi massi dalla parete rocciosa a ridosso e a strapiombo degli edifici religiosi.  È difficile capire, guardando queste mura, la complessità delle varie costruzioni che si sono avvicendate in circa 1500 anni, dalla prima costruzione ad oggi.  Seguiamo Jean-Paul in questo labirinto, passiamo accanto a varie tombe dei monaci e a quella di San Maurizio, accanto alla quale è mantenuta sempre accesa una candela in segno di devozione e riconoscenza, che indica anche la continuità della preghiera in questo luogo, attraverso i secoli.  Seguiamo la guida, lasciamo la zona archeologica con le mura delle vecchie basiliche ed entriamo in un altro corridoio che ci conduce nelle catacombe dove sono visibili altre sepolture di differenti epoche.  Al termine di questo lungo corridoio entriamo nelle sale del "Tesoro della Abbazia (le Trésor de l’Abbaye)",
È una delle raccolte più ricche d’Europa, e questo Tesoro è composto essenzialmente di reliquiari.  Sono oggetti e gioielli antichi offerti da re e principi durante le varie vicende storiche che hanno visto crescere la fama e l’importanza di questa abbazia.
Terminiamo la visita alla sala del Tesoro e transitiamo sotto i portici del piccolo chiostro della chiesa.  Qui ci fermiamo un attimo per chiedere ancora qualche informazione storica alla gentile guida Jean-Paul.  Poi usciamo e ringraziamo le guide per la loro assistenza.  Restituiamo gli auricolari e una parte dei partecipanti di UNI3 entra nell’ufficio turistico, a lato dell’abbazia, per acquistare qualche documento e souvenir.
Quindi, torniamo velocemente al pullman, che è già in nostra attesa nel vicino parcheggio, per raggiungere il luogo dove poter consumare il nostro pranzo al sacco, prima della prossima visita prevista nel pomeriggio.

 
Altre foto della visita alla Basilica di Saint-Maurice-en-Agaune
 
Finestra istoriata all’interno della
Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Finestrone nella saletta battesimale
nell’Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Finestra istoriata all’interno della
Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Particolare del pannello descrittivo nella
Chiesa dell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Particolare di una finestra istoriata
all’interno dell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Quadro relativo ai legionari all’interno
della Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Porta d’accesso alla fonte battesimale
all’interno dell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Fonte battesimale all’interno della
Chiesa nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Targa a ricordo dell’ultimo restauro della
Chiesa, all’interno dell’Abbazia
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Calco delle 3 vecchie chiese nella zona
archeologica dell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Zona degli scavi delle vecchie chiese
nell’Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Tombe nella zona scavi delle vecchie
chiese nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Tombe nella zona scavi delle vecchie
chiese nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Tombe nella zona scavi delle vecchie
chiese nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Tombe nella zona scavi delle vecchie
chiese nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Plastico della chiesa del VI sec nella
zona scavi nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Plastico della chiesa del VI sec nella
zona scavi nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Guida Jean-Paul col gruppo UNI3 nella
zona scavi nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Abside con tomba di St-Maurice nella
zona scavi nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Abside con tomba di St-Maurice nella
zona scavi nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Abside con tomba di St-Maurice nella
zona scavi nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Abside con tomba di St-Maurice nella
zona scavi nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Abside con tomba di St-Maurice nella
zona scavi nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Corridoio delle catacombe con tombe e
resti archeologici all’interno dell’Abbazia
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Tombe nelle catacombe verso le sale
del Tesoro nell’Abbazia di Saint-Maurice
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Guida Jean-Paul nelle catacombe
all’ingresso delle sale del Tesoro
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Una panoramica della sala del Tesoro
dell’Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto da WEB)

Targa -NIL SOLIDUM NISI SOLUM- vicino
alla saletta battesimale nell’Abbazia
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Transito nel piccolo chiostro della
Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Vista su un finestrone dal piccolo chiostro
dell’Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Enea e guida Jean-Paul nel chiostro
dell’Abbazia di St-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di C.Gioia)

Enea e guida Jean-Paul nel chiostro
dell’Abbazia di St-Maurice-en-Agaune
31-05-2024 (Foto di C.Gioia)
da sx: Enea, Joseph Rivolin, guida locale
Jean-Paul, Alberto, nel chiostro dell’Abbazia
31-05-2024 (Foto di C.Gioia)


Sosta pranzo al Relais du Saint-Bernard a Martigny
31-05-2024 (Foto da WEB)


Sosta pranzo al Relais
du Saint-Bernard di Martigny (CH)


Saliamo e lasciamo Saint-Maurice mentre ha appena smesso di piovere.  Ci dirigiamo verso sud, attraversando la cittadina di Saint-Maurice.  In breve risaliamo sulla autostrada Autoroute du Rhône che seguiamo, superando i piccoli centri di Evionnaz, Collonges, Vernayaz, costeggiando il fiume Rodano sulla sua sinistra idrografica.  Dopo questo ultimo centro, ormai alle porte di Martigny, fermiamo il pullman sul grande piazzale antistante il Relais du Saint-Bernard, un grande complesso che include un ristorante, un bar, un supermercato di alimentari, di vini e di varia oggettistica, tra cui libri, riviste, mappe cartografiche, ecc...  Non mancano i servizi igienici, numerosi, pulitissimi e a pagamento.  Entriamo tutti in questo grande edificio, mentre il tempo rimane inclemente e fa freddo.

Stabiliamo un orario per il fine pasto per ritrovarci al pullman e poi il nostro gruppo si suddivide e si mescola con i molti avventori già presenti nelle varie sale.  Ognuno sceglie il proprio menù tra le liste presenti alla tavola calda o al ristorante, oppure qualche bevanda per accompagnare ciò che ha portato da casa.  Infatti nel programma di queste visite era previsto il pranzo al sacco.  All’interno di questo edificio l’atmosfera è accogliente e tutti si trovano bene.  Oltre a consumare il proprio pranzo, molti trovano il tempo di girare nelle varie sale e nel supermercato per curiosare sulle offerte della zona e non solo sui cibi e sui vini.  Al termine della sosta, abbandoniamo il Relais e ritorniamo al pullman.  Dopo una breve pausa per verificare la presenza di tutti i componenti del gruppo, ripartiamo sempre sulla Autoroute du Rhône.  Raggiungiamo e superiamo Martigny e allo snodo autostradale proseguiamo verso est in direzione di Sion.


Gruppo UNI3 davanti la Cattedrale
di Notre-Dame du Glarier a Sion,
col campanile "clocher-porche"
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Interno della Cattedrale di Sion e altare maggiore
31-05-2024 (Foto da WEB)

Fonte battesimale nella Cattedrale a Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Scultura del Calvario nella Cattedrale a Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Organo del 1786 nella Cattedrale a Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Facciata della Chiesa di San Teodulo a Sion
31-05-2024 (Foto da WEB)

Altare della Chiesa di San Teodulo a Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Cappella di San Francesco e Santa Chiara con
finestrone dedicato nella Chiesa di San Teodulo
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Municipio di Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)


Visita a Sion e al Castello
e Basilica di Valère (CH)


Raggiungiamo rapidamente la città di Sion e ci fermiamo nel centro, nella zona della Place de la Planta.  Scendiamo dal pullman e camminiamo in mezzo ai giardini alberati della Place de la Planta.  Li attraversiamo e raggiungiamo la piazza antistante la chiesa cattedrale di Sion, dedicata a Notre-Dame du Glarier.  La Cattedrale è una imponente costruzione in stile sia romanico sia gotico.  Il campanile è del tipo a clocher-porche attraverso il quale si accede alla chiesa.  Nel timpano del portale principale c’è un affresco nello stile del Trecento italiano settentrionale: mostra la Madre di Dio circondata da due santi vescovi e figure di donatori.  Oggi il portale è chiuso e accediamo alla chiesa attraverso una porta laterale.  Verso la fine del V secolo la sede vescovile fu trasferita da Martigny (Octodurum) a Sion.  Tuttavia, non si conosce nemmeno l’esatta ubicazione di una chiesa vescovile di Sion prima del secolo VIII.  A cavallo del IX secolo fu costruita una chiesa carolingia come primo edificio su quest’area, chiesa che fu distrutta da un incendio nel 1010.  Poi fu costruita la cattedrale romanica, che durò fino al XV secolo con poche modifiche.  Il nucleo del campanile, tuttora esistente, fu edificato a cavallo del XIII secolo.  In cima alla torre campanaria sono collocati sgargianti orologi.  Entriamo per effettuare una veloce visita.  Sull’altare principale è collocato un trittico dorato che rappresenta l’albero di Jesse.  L’albero di Jesse (o Iesse) è un motivo frequente nell’arte cristiana tra l’ XI e il XV secolo: rappresenta una schematizzazione dell’albero genealogico di Gesù.
Ammiriamo altre opere: un imponente organo a canne, un bellissimo pulpito ligneo, vari altari e un interessante fonte battesimale.  Usciamo e diamo un’occhiata alla vicina chiesa dedicata a Saint-Théodule (conosciuta anche come Pfarrei St. Théodul).  La prima chiesa in questo sito fu costruita nell’Alto Medioevo sui resti di un bagno romano.  L’attuale edificio fu costruito tra il 1514 e il 1516 sul sito di un edificio precedente.  La volta del coro (antecedente al 1502; completata nel 1514), che rappresenta lo stile gotico fiammeggiante tedesco, fu realizzata da un costruttore valsesiano identificato, forse erroneamente, con Ulrich Ruffiner.  Secondo la tradizione della Chiesa di Sion, Teodulo fu il nome del primo vescovo cittadino.  Certamente si tratta di un’evoluzione del nome di Teodoro, che fu certamente il primo vescovo del Vallese (al più tardi dal 381), che portava allora il titolo di vescovo di Octodurum (Martigny).  Teodulo assistette al Concilio di Aquileia (381), presieduto da Sant’Ambrogio.  Nel 393 fu nuovamente al fianco del vescovo di Milano, di cui sostenne la lotta contro l'arianesimo.
Attorno al 440-450, Eucherio di Lione nella sua Passio Acaunensium martyrum scrisse che Teodoro scoprì le spoglie dei Tebani (legione tebana) e fece costruire la prima basilica in loro onore.
Basandosi sul nome Teodulo, alcuni storici hanno ipotizzato che il primo vescovo del Vallese fosse di origine orientale, ciò che spiegherebbe il ruolo eccezionale assunto da quest’ultimo nel culto dei martiri di Acaunum (Saint-Maurice).  È stato anche contestato che il titolo di vescovo di Octodurum implicasse che tale località fosse sede episcopale, ma gli scavi archeologici hanno poi dimostrato che in origine i vescovi del Vallese risiedevano effettivamente a Octodurum.  Scavi effettuati a Sion mostrano che Teodulo fu venerato in loco sin dall’epoca carolingia (cioè durante la dinastia reale franca [752-987]).
Inoltre dall’ VIII sec, i documenti citano esplicitamente Teodulo come vescovo di Sion.  Nel corso del tempo la sua figura assunse un’importanza politica crescente per la Chiesa di Sion, e l’unico legame mantenuto con le origini fu il culto dei Tebani.  Facciamo una visita all’interno di questa chiesa e ammiriamo lo splendido altare maggiore e le grandi vetrate istoriate che danno luce e colore all’ambiente.  Nella cappella dedicata a San Francesco e a Santa Chiara scatto una foto al grande finestrone che li ricorda.  Terminiamo questa visita e iniziamo a camminare su Rue Saint-Théodule che si snoda a fianco di questa chiesa verso est.  Attraversiamo stradine molto eleganti del centro città con edifici molto curati nelle loro rifiniture e sbuchiamo sulla più importante e larga Ru du Grand-Pont dove fa bella mostra di sè il Municipio di Sion con le bandiere della Svizzera e di Sion e il grande orologio colorato in cima alla torretta centrale.  Transitiamo davanti a questo edificio fino a raggiungere la strada alla sua sinistra, che ha il nome di Ru des Châteaux.  Al bivio vediamo un vecchio cippo in pietra con le indicazioni delle distanze in km da Sion: 72 km dalla località di Saint-Gingolph sul bordo sud del Lago Lemano (o di Ginevra), vicino allo sbocco del Rodano nel lago (e divisa in due dal confine tra Svizzera e Francia); e 53,7 km da Briga altro importante centro del Vallese più a est di Sion.  Iniziamo il cammino sulla piccola Ru des Châteaux che si snoda in salita tra belle case e qualche ristorante.  Si transita vicino a edifici antichi, oggi adibiti a Musei (come le Musée de la Nature) e arriviamo a una larga piazza col nome di Place Maurice Zermatten.  Non siamo ancora in cima ma siamo in una zona che ci fa capire il perchè del nome dato alla strada cha abbiamo percorso: Les Châteaux.  Ci troviamo, infatti, in una conca sopraelevata con una visione più ravvicinata sulla sommità di due colline vicine, su quella alla nostra sinistra si notano i grandiosi resti del Château de Tourbillon; su quella alla nostra destra, e più vicina a noi, lo Château de Valère che racchiude anche la sua famosa chiesa.  Seguiamo, sulla destra, un sentiero selciato, a gradinate molto larghe, che ci fa salire verso il Castello seguendo molti tornanti.  Quasi sulla cima, passiamo vicino ad una piccola cappella in pietra dedicata a "Tous-les-Saints".  Dopo aver superato circa 200 tra gradini e gradinate, raggiungiamo la zona belvedere, appena a ovest dell’ingresso, da cui possiamo ammirare buona parte di Sion e della valle del Rodano.  Ci fermiamo un attimo per scattare alcune foto e poi proseguiamo per un breve tratto fino all’ingresso del castello e della sua basilica.  La basilica di Valère, chiamata anche Castello di Valère o Notre-Dame de Valère, è una chiesa fortificata sita sull’omonima collina della città di Sion, nel Canton Vallese.  Si trova a un’altezza di 621 metri s.l.m. ed è di fronte al Castello di Tourbillon, che si trova su un’altra collina.  Questa costruzione fortificata fu eretta tra il XII e il XIII secolo ed era la residenza dei canonici del capitolo della cattedrale.  Essi vi alloggiarono fino alla rivoluzione francese.
Le antiche dépendance dei canonici ospitano oggi il Museo di storia del Vallese, ivi fondato nel 1883 e interamente rifatto dal 2008.  La basilica di Valère ottenne il rango di basilica minore durante la visita di papa Giovanni Paolo II nel 1984.  Essa ha subito notevoli e ripetuti restauri nel tempo sia alla struttura che all’organo.  Al centro della navata, possiamo ammirare il più antico organo al mondo (del 1430), che ancora oggi può essere suonato, durante il Festival annuale internazionale dell’organo antico e di musica antica.  Quest’ultimo, diventato muto, è stato oggetto di una rimessa in condizioni di funzionamento nel 1954 dalla manifattura tedesca Kuhn, che ne ha consentito l’utilizzo a nuovo.  I pannelli che coprono l’organo, sono stati dipinti dal pittore di Friburgo Peter Maggenberg verso il 1435; l’anta sinistra rappresenta il matrimonio mistico di Santa Caterina, patrona di Sion e del Vallese; l’anta destra, mostra l’apparizione di Cristo a Maria Maddalena che lo scambia per un giardiniere.  Essi sono stati restaurati a cura del Kunstmuseum di Basilea.  Nel quadro della terza campagna di restauri del sito, esso ha beneficiato di un completo restauro nel 2004 da parte della manifattura Füglister di Sion.  Le pareti della chiesa sono parzialmente affrescate e uno tra i più grandi è posizionato sopra la sepoltura di un vescovo.  Appoggiato ad una grande colonna c’è un altare del 1450 con scritte in latino sormontato da un quadro con la Madonna.  La parte riservata ai canonici nella zona del Coro e dell’abside è chiusa da un Jubé, ma riusciamo a dare uno sguardo all’interno attraverso il vetro della porta.  Non avendo una prenotazione non possiamo fare una visita a tutto l’edificio ma otteniamo di dare un’occhiata alla piccola cappella laterale dedicata a Santa Lucia e ad una sala in cui è collocato un torchio antico adibito alla macinatura dei cereali.  Finiamo anche questa visita e riprendiamo il ammino in discesa per tornare nel centro storico di Sion.  Fortunatamente il cielo, anche se è rimasto grigio, non ha dato pioggia e ciò ci ha permesso di completare la visita di Sion in tranquillità e all’asciutto.
Torniamo rapidamente al parcheggio del pullman e saliamo a bordo.  Dopo la verifica sulla presenza di tutti i partecipanti, il nostro autista Albano mette in moto e attraversiamo Sion.
Raggiungiamo l’Autoroute du Rhône e la seguiamo in direzione ovest.  In breve raggiungiamo lo snodo di Martigny e qui abbandoniamo l’autostrada per prendere la cantonale che ci conduce nella valle di Entremont e quindi al Colle del Gran San Bernardo.  Il ritorno a casa e rapido e abbiamo giusto il tempo di ringraziare Joseph Rivolin per il grande aiuto come guida, l’autista Albano e tutti i partecipanti di UNI3 per questa ultima uscita.  Diamo a tutti l’arrivederci per le uscite del 2025.


Enea Fiorentini
Socio CAI (sezione di Roma)
Socio della Associazione "Giovane Montagna" (sezione di Roma)
Membro accademico del "GISM" (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna),
residente ad Aosta

( Sito web: http://www.eneafiorentini.it )
( E-mail: webmaster@eneafiorentini.it )

( Note scritte ad Aosta il 17/11/2024 )

 
Altre foto della visita a Sion
 
Porta laterale del Municipio di Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Pietra con indicazioni di km a Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Su Rue des Chôteaux vs Valère a Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Torre museo salendo verso il Castello
e Basilica di Valère salendo da Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Torre museo salendo verso il Castello
e Basilica di Valère salendo da Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Panorama verso il Castello e Basilica
di Valère salendo da Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Panoramica sul Castello di Tourbillon
salendo da Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Panorama verso il Castello
e Basilica di Valère salendo da Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Panorama verso il Castello
e Basilica di Valère salendo da Sion
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Castello e Basilica di Valère
a Sion_Svizzera
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Cappella di "Tutti i Santi" ai piedi
del Castello di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Panorama sul centro di Sion
salendo a Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Interno della Chiesa di Valère e
divisione del Coro dalla navata col Jubé
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Interno della Chiesa di Valère
verso il Coro oltre il Jubé
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Organo della Chiesa di Valère del 1430,
il più antico del mondo funzionante
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Affreschi con varie storie
nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Copertura della tomba di un vescovo
nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Altare del 1450 con iscrizioni in latino
nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Altare del 1450 con iscrizioni in latino
nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Antico torchio per granaglie
nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Affreschi nella Cappella di Santa Lucia
nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Altare della Cappella di Santa Lucia
nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo UNI3 nella sala del torchio per
granaglie nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Cartello esplicativo del torchio per
granaglie nella Chiesa di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Panorama su città e vallata di Sion verso Martigny dal Castello di Valère
31-05-2024 (Foto di E.Fiorentini)

Mappa del territorio compreso tra Saint-Maurice, Martigny e Sion
31-05-2024 (Foto da WEB)

 
           NOTE VARIE:

  1. Note sull’Abbazia di Saint-Maurice-en-Agaune in Vallese (CH):    ->>> Back

    [ Saint-Maurice è situato nel centro della Svizzera sudoccidentale, nel Vallese, situato sulla sinistra del Rodano.
    Già nel terzo quarto del quarto secolo, i pellegrini giungevano numerosi nel luogo in cui erano custodite le reliquie di San Maurizio e di altri soldati della legione tebana, martirizzati ad Agaunum tra il 280 e il 290, recuperate dal vescovo di Octodurum (oggi: Martigny), San Teodoro (confuso spesso con Teodulo), tra il 370 e il 380.   In questa zona, nel corso del quinto secolo, nacque una comunità cenobitica.   Fondato nel 515 dal futuro re dei Burgundi San Sigismondo (516-523), il monastero di Saint-Maurice-en-Agaune (Agaunum), divenne rapidamente uno dei più importanti insediamenti religiosi dell’arco alpino.   Guerre, incendi e cadute di rocce hanno distrutto a più riprese gli oratori a destinazione funeraria, le chiese e gli edifici monastici costruiti, nel quarto secolo, ai piedi della falesia che domina il sito.   Scavate una prima volta tra il 1896 e il 1920 dal canonico Pierre Bourban (Bourban, scavi 1916-1919), poi dal 1944 al 1948 dall’archeologo Louis Blondel (Blondel, scavi 1948; 1966), le antiche basiliche sono attualmente oggetto di una campagna di indagini archeologiche.   Posto a m 50 da una fonte che in epoca romana era dedicata alle ninfe, il primo oratorio funerario costruito dal vescovo Teodoro era addossato alle rocce.   Di questa costruzione rimane oggi chiaramente identificabile solo il muro ovest.   Gli altri elementi descritti da Blondel (1948; 1966) come appartenenti a questo edificio sono rimaneggiamenti posteriori che nascondono in parte la prima memoria.   Due costruzioni vennero aggiunte in seguito alla parte orientale di questo primo edificio.   Nel corso della fondazione del monastero, l’abate Ambrogio (516-520) fece costruire a Sud-Ovest la prima basilica a tre navate coperta da tetto a capriate.   Due corridoi paralleli, posti a un livello inferiore, fiancheggiavano il muro meridionale di quest’ultimo edificio e davano accesso diretto da un lato al blocco occidentale attraverso una rampa e dall’altro lato al portico della chiesa attraverso una scala.   Il battistero venne sistemato nella zona sudorientale dei due corridoi, secondo un differente orientamento.   La chiesa fu distrutta nel 574 nel corso di una scorreria longobarda.
    Ricostruita e ampliata secondo il medesimo schema planimetrico sotto il re San Gontrano (561-592), essa possedeva un’abside esternamente poligonale.   Nell’ottavo secolo, il corpo occidentale venne nuovamente ampliato con la creazione di una nuova abside poligonale che inglobava, in una cripta sotterranea, l’antico passaggio che permetteva ai pellegrini di accedere direttamente all’oratorio del quarto secolo.   In seguito venne aggiunta un’abside occidentale con cripta a deambulatorio semicircolare e corridoio centrale che conduceva al sarcofago ad arcosolio di San Maurizio.   Una tomba con copertura alla cappuccina di tegole romane, databile tra il terzo e sesto secolo, è stata ritrovata disposta perpendicolarmente a quella ad arcosolio.   Dopo le scorrerie saracene del 940, la chiesa venne restaurata e la cripta orientale fu abbandonata.   Tra il 1017 e il 1031 l’abside orientale fu sostituita da una torre d’ingresso, mentre l’abside occidentale divenne l’unico centro focale del nuovo edificio.   Tracce di alzato sono ancora visibili sulla parete esterna degli edifici monastici.   Il sito venne definitivamente abbandonato nel 1611, dopo la caduta di una serie di grossi massi che avevano distrutto il coro occidentale.   L’abate decise allora di cambiare l’orientamento della chiesa e di costruire la basilica attuale con asse Nord-Sud, al riparo dalle cadute di rocce.
    L’ambone scolpito posto in opera nella recinzione presbiteriale dell’abbazia attuale risale, insieme con quelli dell’abbazia di Romainmôtier e di Saint-Pierre (odierna parrocchiale) a Baulmes (cantone di Vaud), alla fine dell’epoca merovingia (cioè al 751 circa).   Si suppone che questi tre pezzi siano stati realizzati in occasione del viaggio del papa Stefano II (752-757), che rese visita al re Pipino il Breve (751-768) alla fine del 753.   Il "Trésor de l’Abbaye", uno dei più ricchi d’Europa, è composto essenzialmente di reliquiari.   Il vaso detto di San Martino è scavato in una sardonica (varietà di agata con alternanza di zone colorate), di colore blu e bruno scuro, dalle venature di un blu chiaro.   I due pezzi di oreficeria che costituiscono la montatura sono un lavoro della metà del settimo secolo, data probabile della donazione al monastero.   L’intaglio, che risale a età tolemaica (1° sec. a.C.), presenta una scena funeraria o mitologica con figure dell’Olimpo di cui è possibile annoverare più di quindici interpretazioni, per lo più ruotanti intorno al tema di Achille e della guerra di Troia.   Il cofanetto di Teuderico, della metà del settimo secolo, è decorato nella sua parte anteriore e sul lato da placche d’oro laminate da sottili striscioline d’oro saldate, riempite a freddo da paste vitree e da granati, il tutto impreziosito da cabochons (con forma ovale tondeggiante), perle e intagli sapientemente disposti.   Altri dettagli interessanti, sull’enorme contenuto di tesori conservati nell’Abbazia di Saint-Maurice, sono indicati sul seguente sito:
    https://www.treccani.it/enciclopedia/saint-maurice-d-agaune_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/ ]



  2. Note sulla Abbazia (e Castello) di Valère a Sion (CH):    ->>> Back

    [ Il castello e la basilica di Valeria, così chiamati in onore di Valeriana, madre del prefetto cittadino romano Titus Campanius Prisco Maximianus, attestato nel 43 d.C., giace su uno dei due colli che dominano la città di Sion sul versante orientale della città vecchia.   Già predisposti in epoca celtica, il castello e la chiesa furono menzionati per la prima volta nel 1049.   Le parti più antiche della basilica a tre navate, suddivise in quattro campate, con transetto e due cappelle ai lati del presbiterio, furono costruite tra il 1100 e il 1130 in stile alto romanico.   Successivamente furono aggiunti la torre sopra il transetto nord, i piani delle finestre poligonali sopra l’abside semicircolare e la volta a botte sopra i pilastri.   Nel XIII secolo, la navata centrale e le navate laterali furono dotate di una volta a crociera, sul modello della cattedrale di Losanna.   In questo periodo fu installato anche il tramezzo (il "Jubé") che separava il coro dalla navata.   Progettato come chiesa di pellegrinaggio: Notre-Dame de Valère ("Nostra Signora di Valeria"), l’immagine miracolosa, una statua gotica in marmo della Madonna con Gesù bambino dell’inizio del XV secolo, è l’elemento centrale della chiesa.   Oggi si erge sopra l’altare maggiore.   Immagini di apostoli, profeti e santi nazionali adornano le pareti del coro.
    Notizie tratte dal sito:
    https://www.komoot.com/it-it/highlight/4944006 ]


 


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