Scheda della discesa nella -Grotta a Male- del Gran Sasso
di Soci G.M. di Roma

(La descrizione dell’accesso nelle varie Sale e delle difficoltà)


Stalagmite nella Sala dei
Colossi della -Grotta a Male-
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"Grotta a Male" di Assergi al Gran Sasso - Abruzzo
La discesa di questa grotta, già conosciuta da diversi secoli,
è stata effettuata per far conoscere e migliorare la tecnica spleleologica
nell’ambito dell’Associazione
Giovane Montagna - Sezione di Roma

P.N. Gran Sasso
pochi km. da Assergi - accesso a quota 900 mt. slm


Nome Grotta: GROTTA A MALE
Data: 21 Gennaio 2001 e 16 Novembre 2003
Dislivello: mt. -100
Difficoltà: 3°+, passi di 4°-
Materiale: normale dotazione alpinistica con qualche rinvio ed alcune fettucce.
Utili corde e scalette da lasciare nei punti più difficili e scivolosi, per agevolare la risalita.

Discesa del 21 Gennaio 2001:
Forse il tempo uggioso, oppure l’idea di affrontare una vera grotta, hanno fatto desistere molti amici della G.M. a partecipare a questa speciale escursione speleologica, organizzata proprio per far acquisire esperienza e far provare sensazioni nuove... Lorenzo scende in -doppia- nella Grande Sala   
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Quindi, solo in tre (Aldo, Enea e Lorenzo) siamo andati ad Assergi, sotto le pendici della dorsale delle "Malecoste" (nel gruppo del Gran Sasso), per scendere in una vera e storica grotta: la <Grotta a Male>.
Essa è stata esplorata, per la prima volta, dal Capitano De Marchi il 20 agosto 1573.   De Marchi è stato anche il primo a toccare la Vetta Occidentale del Corno Grande - m 2912 slm - al Gran Sasso, con la salita effettuata il giorno prima dello stesso mese, il 19 agosto 1573.
Per leggere il resoconto di questa sua discesa, potete dare uno sguardo alla sua "Cronaca", scritta nell’italiano dell’epoca.
Attrezzati di tutto punto (con tute, casco, lampade frontali, guanti e stivali di gomma) ci siamo calati progressivamente nei meandri viscidi e stretti della grotta, raggiungendo la Sala del Tronco.   Poi, attraverso la "Chiocciola" con il caratteristico passaggio del "Triangolo", siamo scesi nelle varie sale (la Sala dei Colossi -o Grande Sala-, la Sala della Croce ed infine la Sala De Marchi).   Tra una sala e l’altra, abbiamo disceso risalti ripidi e ci siamo aiutati con corde e staffe.   Un finestrone roccioso presente nell’ultima sala della grotta: la Sala De Marchi, ci ha consentito una fantastica visione dell’omonimo lago ipogeo dalle acque azzurre e trasparenti, fondo attuale della <Grotta a Male>. Il gruppo nella
Sala De Marchi
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 Scandagliando queste trasparenze con la luce delle nostre lampade abbiamo potuto stimare la sua profondità in circa 15-20 metri.   Siamo a circa -81 metri dalla superficie e stimiamo che il pelo dell’acqua del lago si trovi a -84 metri mentre il suo fondo appena oltre i -100 metri.   Mentre ci riposiamo e ci guardiamo attorno, sentiamo un freddo umido penetrarci nelle ossa; la temperatura di questo ambiente si aggira a pochi gradi sopra lo zero (circa 5-6 gradi).   Siamo circondati da rocce gocciolanti, da stalattiti e stalagmiti.  Notiamo alcune belle colonne concrezionate...   Posiamo spezzoni di candele accese su alcune rocce e cerchiamo di organizzarci per effettuare una foto con l’autoscatto...   Chissà come verrà?   Appesi al soffitto, notiamo pochi pipistrelli in letargo: sono di piccole dimensioni e, così immobili, non fanno paura...   Iniziamo la risalita, sfruttando le corde che abbiamo lasciato nei punti critici e, raggiunti i due terzi del tragitto, pieghiamo verso sinistra e ci infiliamo in un nuovo ramo laterale della grotta (è la Diramazione dell’Organo). Qui la galleria è molto bassa e siamo costretti a strisciare sulle rocce del pavimento, toccando la schiena al soffitto.   Dopo faticosi contorcimenti sul fianco, finalmente arriviamo alla Sala dell’Organo, che presenta belle concrezioni a vela e pilastrini che collegano il pavimento al soffitto. Aldo ed Enea nella
Sala dell’Organo
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 Facciamo qualche foto anche qui e poi ci rituffiamo a testa in giù nei meandri di questo ramo e, letteralmente come vermi, raggiungiamo nuovamente il ramo principale...   Riprendiamo la risalita su roccette viscide, e facciamo molta attenzione: si vedono strapiombi un po’ dappertutto. Un salto verticale di quattro metri con un passaggio stretto sommitale ci impegna abbastanza, ma qui avevamo lasciato corde e staffe e questi strumenti ci aiutano a venirne fuori... Ancora una piccola risalita di roccioni e poi, finalmente, un filo di luce diurna ci avvisa che siamo ormai vicini all’uscita della grotta.   Gli ultimi gradoni ci portano facilmente nell’androne principale della grotta dove sono sistemate diverse passerelle in ferro e poi una tettoia verso l’uscita sul prato.   Ci tocca anche saltare le alte barriere del recinto, poichè abbiamo trovato la porta bloccata...   Scattiamo un’ultima foto per ritrarci così come siamo usciti: sporchi, bagnati, infangati e... soddisfatti.


Il gruppo davanti all’ingresso della
Grotta a Male, con abiti ancora puliti
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Aldo, Susanna, Cristina, Dario, all’ingresso della Grotta a Male
ancora con abiti puliti (Enea scatta la foto)

Enea all’uscita del cunicolo che
conduce alla Sala dell’Organo
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Enea penetra nella Sala (fossile) dell’Organo

Enea, Aldo e Cristina
nella Sala dell’Organo
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Enea, Aldo e Cristina nella Sala dell’Organo,
mentre ammirano le stalattiti a vela

Discesa del 16 Novembre 2003:
Anche questa volta, un piccolo gruppo di 5 persone si è ritrovato davanti al recinto di ingresso della Grotta a Male a poca distanza da Assergi (L’Aquila - Abruzzo).
Erano presenti Aldo, Cristina, Dario, Enea, Susanna, un gruppetto formato da istruttori, allievi ed ex-allievi del IV Corso GM d’Introduzione all’Arrampicata Sportiva.
Scattate alcune foto ai presenti davanti all’ingresso (ancora con gli abiti puliti), ci siamo inabissati nei cunicoli e nei piccoli salti della grotta, toccando tutte le Sale fino ad arrivare all’ultima: la Sala De Marchi, a -81 metri dalla superficie.
Il fascino di questa grotta è dato dal gran silenzio che domina l’ambiente, dalla bellezza del laghetto e della sua acqua trasparente che riempie il pozzo finale di circa 20 metri, che fa superare a questa grotta la profondità di -100 metri.
Ogni volta che arriviamo qui, proviamo a spegnere le luci e a "vedere" il buio più intenso, che solo a queste profondità si riesce a valutare.   Naturalmente abbiamo fatto i soliti incontri con i pipistrelli appesi al soffitto di alcune sale.
La discesa in questa grotta ha impegnato tutti i partecipanti e la risalita è stata facilitata dalle corde e dalle staffe lasciate ancorate nei punti più critici.   Durante la risalita, siamo penetrati (strisciando letteralmente come vermi) nel ramo fossile della grotta che ci ha permesso di raggiungere la Sala dell’Organo contenente bellissime stalattiti a vela.
Abbiamo impiegato 2 ore per la discesa e altrettante per la salita.
E’ questa una esperienza da ripetere ogni tanto: anche solo per ammirare le bellezze naturali che queste poche foto "riuscite" qui accluse, a stento, riescono a darne un’idea.


 
Colonna di fusione tra
stalattite e stalagmite
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Colonna di fusione tra stalattite e stalagmite
 
Colonna di fusione tra
stalattite e stalagmite
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Colonna di fusione tra stalattite e stalagmite
 
 
 
Susanna scende in corda doppia nella Sala
Grande dove Dario e Cristina attendono
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Susanna scende in corda doppia
nella Sala Grande
 
Susanna entra nel piccolo pozzo
con l’apertura triangolare
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Susanna entra nel piccolo pozzo
con l’apertura triangolare
 

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Aggiornamento - 14/02/2009