Visita al CERN e alla città di Ginevra (Svizzera)

(insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta)



VISITA AL CERN DI GINEVRA
(CENTRO EUROPEO PER L’ENERGIA NUCLEARE)
E ALLA CITTÀ SUL LAGO LEMANO (SVIZZERA)

insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta
Martedì 11 marzo 2025
 
Gruppo UNI3 all’ingresso del Centro di Studio dell’antimateria del CERN di Ginevra (Svizzera)
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)


Visita al CERN di Ginevra (11-03-2025)


Visione aerea della zona del CERN di Meyrin (CH)
11-03-2025 (Foto da WEB)

Simbolo del CERN su una tubazione del Centro
11-03-2025 (Foto da WEB)

Gruppo in transito vicino al Centro
di Calcolo del CERN di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo in transito vicino al Centro
di Calcolo del CERN di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

La guida Nicola (fisico di Bari) ci guida
nel Centro dell’antimateria del CERN
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Schema della struttura del CERN
11-03-2025 (Foto da WEB)

Una premessa
Arrivo a Meyrin (Area del CERN)


Dopo una prenotazione di un anno fa, l’Università della Terza Età di Aosta, ha ottenuto l’autorizzazione per una visita guidata al CERN di Ginevra [1]  nell’omonimo Cantone svizzero.
Il numero concesso di persone per questa visita è stato di 48 ed io sono riuscito a rientrare in questo gruppo.  Quindi, martedì 11 marzo 2025, siamo partiti in pullman da Aosta alle ore 5,30 in direzione di Courmayeur e del traforo del Monte Bianco.  Questa partenza, quasi notturna, è stata necessaria per essere puntuali all’orario previsto di ingresso al CERN delle ore 9.  Il viaggio in Italia e in Francia fino a Bonneville, dove abbiamo effettuato una sosta per un ristoro, è avvenuto senza problemi, soprattutto perché abbiamo prevalentemente utilizzato le autostrade.
Avvicinandoci a Ginevra [2] , abbiamo dovuto abbandonare la rete autostradale per utilizzare strade normali e circonvallazioni per avvicinarci a est della città, prima verso l’aeroporto internazionale e poi verso l’abitato di Meyrin, nostra meta.  In questo ultimo tratto, ci siamo trovati imbottigliati in una lunga coda di veicoli diretti verso Ginevra [2]  e i suoi sobborghi.  Abbiamo dovuto avvisare la guida che ci stata attendendo ai cancelli del CERN [1] del nostro ritardo, ricevendo l’assicurazione di essere comunque attesi.  Finalmente, attorno alle ore 9,30, raggiungiamo Meyrin e il varco previsto per l’ingresso al CERN [1] .  Qui siamo subito raggiunti sul pullman dalla nostra prima guida Francesco, che parla l’italiano, e che inizia a fornire le prime indicazioni sulle modalità di accesso al CERN [1] , mentre ci consegna i cartellini personalizzati, col nome di ognuno, da indossare tramite un apposito collare.  Fatti i controlli preliminari, raggiungiamo il varco in pullman e la guida, a bordo con noi, mostra il proprio badge ai guardiani.  Dopo il controllo, vengono sollevate le sbarre del varco e il pullman può penetrare nell’area del CERN [1] , praticamente in una città satellite di Ginevra, che dal 1954 si dedica in una ricerca scientifica molto particolare.  Infatti il CERN (Centro Europeo per la Ricerca Nucleare [1] , conosciuto anche come Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) dopo la stipula di una Convenzione internazionale del 1° luglio 1953, ha avuto la sua fondazione ufficiale il 29 settembre 1954, con il contributo dei primi 12 paesi.  L’Italia ha ratificato l’adesione con legge italiana 310 del 9 marzo 1955, divenendo uno tra i più importanti paesi fondatori.  L’Italia ha ratificato la successiva Convenzione modificata con legge 791 del 19 ottobre 1970.  Il nostro paese è il 4° paese contributore dell’Organizzazione, e versa circa l’11.06% del bilancio complessivo, con un contributo Miur (Ministero dell’Università e della Ricerca) che, nel 2016, raggiungeva circa € 105.669.000.
L’autista Marco del nostro pullman segue le indicazioni della guida Francesco e penetra nel territorio interno del CERN [1] , percorre varie vie con traffico pedonale, di biciclette, di moto, e di molti veicoli, fino a raggiungere un piazzale di sosta nei pressi del Centro di raccolta dei dati.  Scendiamo dal pullman, seguiamo la guida tra i viali del CERN [1] e raggiungiamo un’area antistante il Centro di Studio dell’Antimateria, dove siamo attesi da un’altra guida: Nicola, un fisico (italiano di Bari) che lavora qui.  In questo piazzale arrivano altre guide e il nostro gruppo viene suddiviso in quattro gruppetti di 12 persone, che seguono le varie guide lungo percorsi diversi.  Io entro nel gruppo di Nicola, il quale inizia a spiegare, in termini che a lui sembrano semplici, le strutture del CERN [1]  e gli esperimenti sulle particelle che vengono liberate dai potenti acceleratori presenti nei vari anelli che formano la struttura principale.  La figura qui a sinistra mostra schematicamente la struttura del CERN [1] .  Essa rappresenta i vari anelli di cui è composta, con i diversi compiti.  Il grande anello LHC (Large Hadron Collider, cioè Grande Collisore di Adroni) con una circonferenza di c. 27 km. posto a una profondità di 100 metri nel sottosuolo, è l’acceleratore di adroni, con i suoi punti sperimentali e i suoi pre-acceleratori.  I fasci di ioni cominciano il percorso agli acceleratori lineari (in figura sono indicati con P e Pb).  Continuano quindi il loro cammino nel Sincrotrone di Protoni (PS), poi nel Grande Sincrotrone di Protoni (SPS) e giungono nell’anello esterno LHC.  Sono stati indicati in giallo i quattro rivelatori ATLAS, CMS, LHCb, ALICE.


Visuale area dell’area e delle strutture del CERN
11-03-2025 (Foto da WEB)

Gruppetti di partecipanti di UNI3 VDA in visita ad una parte di attrezzature del Centro di Studio dell’antimateria del CERN di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)


Schema che illustra il processo di produzione di
particelle di antimateria per il loro studio nel CERN
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Visita al Centro di Studio
dell’Antimateria

Insieme con Nicola entriamo nel Centro di Studio dell’Antimateria e penetriamo in cunicoli che ci portano verso alcune sale importanti.  Ammiriamo una quantità di attrezzature complesse che sono utilizzate per ricavare gli esiti di accelerazioni e decelerazioni delle particelle per poter effettuare accurati studi.  Raggiungiamo la zona dove avvengono alcune ricerche sulle particelle in arrivo dall’anello PS, quando vengono prodotti gli antiprotoni e avviati verso gli studi e le ricerche scientifiche, indicate con uno schema su un grande pannello della sala.  La guida ci fa notare, dall’alto, le varie aree di studio, come Elena per la gestione degli antiprotoni e la loro spedizione verso altri settori come il G-BAR (Gravitational Behaviour of Antihydrogen at Rest) dove vengono studiati gli anti-idrogeni.  Proseguiamo la visita fino alle zone più basse dove intravediamo una parte degli anelli.

 
Parte di attrezzature del Centro Elena per
lo studio dell’antimateria nel CERN
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Parte di attrezzature del Centro G-BAR
per lo studio dell’anti-idrogeno nel CERN
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Parte di attrezzature del Centro G-BAR
per lo studio dell’anti-idrogeno nel CERN
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Parte di attrezzature dell’area dell’anello
minore nel CERN di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Parte di attrezzature dell’area dell’anello
minore nel CERN di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Parte di attrezzature del Centro Elena
per lo studio dell’antimateria nel CERN
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)


Quadro sinottico delle attività
del Centro di Calcolo nel CERN
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Nella sala visitatori nel Centro di Calcolo del CERN
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Visita al Centro di Calcolo
del CERN

Ritorniamo in superficie e abbandoniamo il Centro dell’Antimateria e siamo presi in carico da un’altra guida del CERN [1] .  Si tratta di Gerardo un ingegnere informatico, di Roma, che lavora nel grande Centro di Calcolo del CERN [1] .  Con lui entriamo nel grande complesso informatico e siamo guidati nella Sala per i visitatori del Centro, dove sono disponibili pannelli illustrativi delle attività del Centro e da dove si può dare uno sguardo, dall’alto, alla grande sala che contiene gli armadi entro i quali si custodiscono i dati del Centro.
Assistiamo alla presentazione della storia del Centro, attraverso video e schede illustrate che ci mostrano la grande evoluzione digitale del centro e quella dei supporti di memorizzazione dei dati che si sono potenziati enormemente.  Da tutte le zone dove vengono effettuate le ricerche e ricavati dei dati, questi vengono inviati in questo centro per la loro catalogazione, memorizzazione e copia.  Ci viene detto che in questo Centro arrivano circa 100 milioni di dati al secondo che vengono memorizzati sui supporti estremamente veloci e capaci presenti in questo salone.
I dati memorizzati sono messi a disposizione di tutti centri di ricerca mondiali, in circa 110 paesi del mondo, sfruttando i collegamenti più veloci disponibili oggi, tra cui la rete Internet che sfrutta un nodo di rete WEB inserito proprio all’interno del CERN [1] .  Si susseguono molte domande dovute dall’interesse per questa visita, poi ci vengono mostrati i vecchi dispositivi di memorizzazione dei dati e la loro evoluzione verso i supporti moderni più potenti.  Terminiamo la visita e ringraziamo Gerardo che si allontana subito perchè è impegnato in un’altra visita in una diversa zona del Centro.  Ritorniamo nella zona prevista per ricomporre i quattro gruppetti di UNI3 e ci avviamo al pullman in attesa per essere trasportati al centro di Ginevra.  Termina qui la visita guidata a due settori del CERN [1] .  La guida Francesco sale di nuovo sul pullman e ci accompagna all’uscita del territorio del CERN [1] .  Dopo il superamento delle sbarre, salutiamo Francesco che scende dal pullman, e noi ci dirigiamo verso la città.

 
Il salone che contiene gli elaboratori e i
supporti di memorizzazione del Centro
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Vecchi sistemi di memorizzazione dei dati
in mostra nella sala del Centro di Calcolo
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Vecchi sistemi di memorizzazione dei dati
in mostra nella sala del Centro di Calcolo
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)


Visita a Ginevra nei pressi del lago
con il grande getto d’acqua (Jet d’Eau)
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Passage des degres de poules
durante la visita a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Palazzo di Giustizia durante la visita a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Auditoire de Calvin su Place de la Taconnerie
nei pressi della Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Chapelle des Macchabées sul fianco destro
della Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Scorcio sulla facciata della Cattedrale
di Ginevra con la statua di Geremia
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Interno sobrio della Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Visita a Ginevra (CH)


Dopo un lungo viaggio in pullman nel traffico cittadino, raggiungiamo il centro di Ginevra [2]  attorno alle ore 12,30 e scendiamo nei pressi del lago su Rue Pierre Fatio.  Il pullman si sposta ma lo ritroveremo qui, attorno alle ore 16,45 per riprendere la strada del ritorno.  Abbiamo circa 4 ore per effettuare un pasto libero e una visita alla città.  Ci distribuiamo così per le vie trafficate.  Io e Paolo ci incamminiamo verso parte storica di Ginevra [2]  cercando un luogo per consumare un veloce spuntino.  Troviamo un super-store in Rue des Rives che vende di tutto ma che ospita al secondo piano un piccolo bar.  Ci sistemiamo attorno ad un tavolino e consumiamo un piccolo croissant ripieno con una bottiglietta d’acqua.  Prima di uscire, diamo un’occhiata ai vari piani di questo locale traboccanti di centinaia di oggetti in vendita.  Risaliamo per Rue Verdaine e ci dirigiamo verso la zona sopraelevata di Ginevra [2]  dove c’è una parte degli edifici più antichi della città.  In cima alla salita passiamo davanti ad uno strano arco che apre il passaggio ad una lunga gradinata in salita e che ha un curioso nome: "Passage des degres de poules", che letteralmente significa: "Passaggio dei gradini dei polli" senza però, farci capire il vero significato del nome.  Raggiungiamo in breve la Place du Bourg-de-Four e transitiamo davanti al grande palazzo storico, oggi adibito a Palazzo di Giustizia di Ginevra.  Su questa piazza si aprono molti bar e ristoranti con tavolini sistemati all’aperto, dove notiamo molti amici del gruppo UNI3 che stanno consumando uno spuntino o qualche leccornia, seduti all’aperto sotto un pallido sole che, nel frattempo, è emerso dalle nuvole.
Proseguiamo la nostra visita su Rue Guillaume Farel e, sulla Place de la Taconnerie, diamo uno sguardo alla piccola costruzione d’angolo l’"Auditoire de Calvin[3]  dove il riformatore francese vi tenne molti sermoni e incontri.
Continuiamo il cammino su Rue du Soleil-Levant, altra strada in leggera salita che ci permette di avvicinarci alla Cattedrale di Ginevra, dedicata a San Pietro, monumento storico del XII secolo.  Su un angolo di Rue du Soleil-Levant, di fronte alla chiesa, è stata collocata, nel 1931, la statua in bronzo dedicata al profeta Geremia, opera dello scultore svizzero Auguste de Niederhäusern (detto "Rodo" - 1863-1913) [4] , realizzata nel 1913 e collocata in un museo prima di essere esposta all’aperto in questo luogo.  Entriamo sulla Place du Bourg-de-Four e risaliamo la gradinata che ci porta all’ingresso della cattedrale, mentre diamo le spalle all’Hôtel de Ville, magnifica sede governativa del Canton Ginevra.  La chiesa, costruita tra il 1160 e il 1252, divenne celebre alla metà del 1500 per i sermoni che vi tenne il riformatore francese Giovanni Calvino [3] , ed è oggi tra le più importanti chiese protestanti della città.  Sul lato destro si fa notare l’imponente Chapelle des Macchabées che contiene anch’essa magnifiche finestre istoriate.  Effettuiamo la visita alla cattedrale e notiamo, come in tante altre chiese calviniste, la mancanza di quadri e dipinti poichè sono rinomate per il fatto di essere semplici e prive di decorazioni, ma spesso sono arricchite, come in questa cattedrale, da innumerevoli splendide vetrate policrome e intarsiate.  Usciamo dalla chiesa e aggiriamo questa zona su Rue de l’Hôtel de Ville e raggiungiamo la più larga Rue du Puits-Saint-Pierre dove possiamo ammirare una curiosità storica.  Sotto un largo porticato, sono esposti alcuni cannoni del 1814 facenti parte dell’artiglieria di Ginevra [2] .  Due di questi furono requisiti dagli austriaci, durante quelle battaglie contro Napoleone, e trasportati a Vienna.  Grazie all’intervento del luogotenente ginevrino Joseph Pinon (1775-1839), i cannoni vennero restituiti a Ginevra [2]  nel 1815, e ora sono esposti qui, insieme con altri.  Sulla parte di fondo ci sono alcuni mosaici commemorativi con scene guerresche.  Uno di questi mosaici mostra sul fondo una scritta in latino: "POST TENEBRAS LUX", sufficientemente eloquente.  Scritta e motto che ho notato su molte porte di edifici pubblici della città.  Proseguiamo la visita e raggiungiamo l’incrocio con Rue Otto Barblan.  Su quest’ultima via, invertiamo la marcia e torniamo in direzione della cattedrale sul lato opposto.  Continuiamo su Rue du Cloître e poi su Rue du L’Evêché e raggiungiamo il retro della chiesa e vicino ad una delle due torri campanarie.  Ci troviamo appena al di sopra della grande e famosa terrazza alberata Terrasse Agrippa l’Aubigné che offre una vista su buona parte della città.  Fatti pochi passi ci troviamo all’inizio superiore della scalinata del "Passage des degres de poules".
Iniziamo la discesa su questa lunga gradinata e ci ritroviamo di nuovo sulla Place du Bourg-de-Four di fronte al Palazzo di Giustizia.  Pieghiamo a sinistra e diamo un’occhiata ad una piccola chiesa evangelica luterana, che troviamo spoglia e deserta, posizionata al bivio tra Rue Verdaine con Rue de la Fontaine.
Seguiamo Rue de la Fontaine, questa volta in discesa, che ci porta verso la parte bassa della città.  Raggiungiamo la piccola Place de la Madeleine dove troviamo il Temple de la Madeleine.  Seguiamo Rue de Toutes-Ames che lo contorna sulla sinistra e arriviamo sulla piccola piazza dove c’è l’ingresso principale.  Il Temple de la Madeleine è una delle chiese più antiche di Ginevra [2] .  Le prime tracce di una cappella in questo sito risalgono all’epoca romana.  Da questo momento in poi le chiese furono distrutte e ricostruite in questo sito o sostituite con altre più grandi.  Dopo un incendio nel XV secolo la chiesa fu ricostruita nell’attuale forma gotica.  Durante la Riforma [3]  la chiesa fu trasformata in un tempio protestante semplice e sobrio.  Il nome "Chiesa di Santa Maria Maddalena" scomparve e fu sostituito dal nome "Temple de la Madeleine".  Qui, tra gli altri, predicavano i grandi riformatori Guillaume Farel e Jean Calvin (Giovanni Calvino) [3] .  Dal 1926, l’Eglise Protestante de Genève (EPG) mette a disposizione della Comunità riformata svizzero-tedesca di Ginevra il Temple de la Madeleine.  La chiesa deve l’aspetto attuale all’ultimo restauro avvenuto nel 1975.  Grazie alla sua eccellente acustica, è un luogo popolare per i concerti.  Lasciamo la zona e continuiamo il cammino, in direzione del lago, sulle vie del centro sempre più trafficate e con un grande numero di negozi che vendono oggetti di lusso di ogni categoria.  Arriviamo nei pressi del giardino inglese vicino al lago e ci avviciniamo al curioso orologio floreale, perfettamente funzionante, i cui responsabili cambiano spesso i fiori che lo ornano.  Camminiamo sui bordi del lago in mezzo a molte persone, locali e turisti, e raggiungiamo la Promenade du Lac.  Ci sediamo su una panchina e ammiriamo il via-vai dei traghetti turistici che caricano e scaricano gruppi di persone.  Ma ci diverte di più osservare una moltitudine di uccelli acquatici che si muovono sulle acque del lago, si tuffano e si rincorrono vicino a noi.  Ne approfitto per scattare alcune foto.  Si sta avvicinando l’ora per il raduno nella zona del pullman, e allora facciamo l’ultima camminata sulla centralissima Rue du Rhône, dove si concentra la sfilata dei negozi più famosi e costosi della città.  Raggiungiamo di nuovo Rue Pierre Fatio e il pullman già in nostra attesa.  Prima di salire sul pullman, facciamo una foto di gruppo in un angolo vicino al lago dove si nota anche il grande getto d’acqua (le Jet d’Eau) che rende famosa Ginevra.  Ripartiamo in pullman verso casa, seguendo lo stesso percorso dell’andata e senza soste intermedie.
Durante il viaggio, scambiamo tra noi alcune opinioni sulla giornata trascorsa e su ciò che abbiamo visto e forse anche (faticosamente) capito. Secondo l’opinione di molti, questa interessante visita merita di essere ripetuta.  All’arrivo ad Aosta salutiamo tutti, incluso l’autista Marco che ha condiviso con noi tutta l’interessante giornata, inclusa anche la visita al CERN [1] .

 
Interno della Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Interno della Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Organo della Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Zoom sull’organo all’interno
della Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Pulpito in legno nella
Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Piazza dei Cannoni in Rue du
Puits-Saint-Pierre nel centro di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Piazza dei Cannoni in Rue du
Puits-Saint-Pierre nel centro di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Piazza dei Cannoni in Rue du
Puits-Saint-Pierre nel centro di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Piazza dei Cannoni in Rue du
Puits-Saint-Pierre nel centro di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Piazza dei Cannoni in Rue du
Puits-Saint-Pierre nel centro di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Cartello esplicativo in Piazza dei Cannoni
in Rue du Puits-Saint-Pierre a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Tempio de La Madeleine di Rue
Toutes-Ames durante la visita a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Scorcio della facciata della
Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Campanile-torre della
Cattedrale di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Paolo sul Passage des Degres
de Poules a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Orologio fiorito nel giardino
inglese vicino al porto di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Visita al centro di Ginevra
nei pressi del lago
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Barca Helvetie all’approdo
sul lago di Ginevra-Paquis
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Fontanella protetta vicino al
giardino inglese di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Getto d’acqua viva (Jet d’Eau)
vicino al porto sul lago di Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Particolare del Cormorano dalla
Promenade du lac a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Cigno reale dalla
Promenade du lac a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Gabbiano reale mediterraneo dalla
Promenade du lac a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Smergo maggiore maschio dalla
Promenade du lac a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Smergo maggiore femmina dalla
Promenade du lac a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo di smerghi maggiori dalla
Promenade du lac a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)
Gabbiani reali mediterranei e cormorano
dalla Promenade du lac a Ginevra
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)

Foto del gruppo UNI3 vicino al Jardin anglais a Ginevra (Svizzera)
11-03-2025 (Foto di E.Fiorentini)


Enea Fiorentini
Socio CAI (sezione di Roma)
Socio della Associazione "Giovane Montagna" (sezione di Roma)
Membro accademico del "GISM" (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna),
residente ad Aosta

( Sito web: http://www.eneafiorentini.it )
( E-mail: webmaster@eneafiorentini.it )

( Note scritte ad Aosta il 31/03/2025 )


 
           NOTE VARIE:

  1. Note sul CERN di Ginevra (CH):    ->>> Back

    [ Il CERN ha recentemente inaugurato la fase di implementazione dell’acceleratore di particelle LHC - Large Hadron Collider- situato nei laboratori sotterranei tra Ginevra e il confine francese.   Gli esperimenti, che vengo svolti attraverso LHC, sono un lodevole esempio di coordinamento di collaborazioni internazionali al cui interno trovano posti di rilievo scienziati italiani.   A tal riguardo, è bene citare la stessa dottoressa Fabiola Gianotti (già a capo dell’esperimento ATLAS, dal 1° gennaio 2016 è il nuovo Direttore Generale del Centro) che è stata la prima ad aver annunciato, nel luglio del 2012, la scoperta del Bosone di Higgs.   La dottoressa Gianotti ha introdotto un nuovo direttorato che si occuperà delle relazioni internazionali, allo scopo di migliorare le relazioni con gli Stati membri e la comunicazione esterna.   Le direttrici del programma che riguarderà il prossimo futuro saranno tre:
    - lo sfruttamento massimo dell’acceleratore di particelle
    - il proseguimento di tutti gli esperimenti in corso
    - la ricerca necessaria alla costruzione dell’acceleratore del futuro, il quale dovrà avere una lunghezza variabile tra gli 80 e 100 km (quello attuale è di 27 km).   Oggi il Cern conta 22 stati membri più altri paesi extraeuropei associati e al suo interno lavorano circa 17 mila scienziati di 110 nazionalità.   LHC è stato costruito in un tunnel circolare di 27 Km di circonferenza, scavato cento metri sottoterra, sul confine tra la Svizzera e la Francia.
    Note tratte dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Large_Hadron_Collider ]



  2. Note sulla storia di Ginevra (CH):    ->>> Back

    [ Cantone della Confederazione dal 1815, il cui nome ufficiale è Repubblica e Cantone di Ginevra, succedette alla Signoria e Repubblica di Ginevra (1534-1798).   Il territorio dell’attuale cantone (45 comuni nel 2005) comprende una parte dell’antico principato vescovile di Ginevra (la città e i suoi dintorni, le castellanie o mandements di Jussy e Peney), i possedimenti del priorato di San Vittore e del capitolo cattedrale e, dal 1815 e 1816, le communes réunies, cedute dalla Francia e dal regno di Sardegna al nuovo cantone.   Dal 1798 al 1813 Ginevra fece parte del Dipartimento francese del Lemano.   La lingua ufficiale è il francese.   In francese Genève, in tedesco Genf, in romancio Genevra.   Il capoluogo è Ginevra.   Il cantone di Ginevra è situato all’estremità sud occidentale del Lemano in un avvallamento attraversato dal Rodano e dall’Arve.   Il bacino ginevrino è delimitato a nord dal Giura, a est dal lago e dalle Voirons, a sud dal massiccio del Salève e a ovest dal Mont Vuache e dalla chiusa valliva di Fort de lèEcluse; i confini cantonali non seguono tuttavia questa frontiera "naturale" e sono essenzialmente di natura politica.   Cantone di frontiera, Ginevra ha 103 km di confine in comune con la Francia (Dipartimenti Ain e Alta Savoia), mentre quello con la Svizzera (canton Vaud) misura solo 4,5 km.   Con un’estensione pari a soli 282 km2 circa, la superficie del cantone coincide di fatto con l’agglomerato urbano ginevrino.   Nel 122-121 a.C. la riva sinistra del Rodano venne unita alla provincia romana della Gallia transalpina, che sotto Augusto prese il nome di Gallia Narbonensis.   Da allora il Rodano segnò il confine tra le tribù degli Allobrogi, caduti sotto la dominazione romana, e il territorio degli Elvezi, che si estendeva a nord dell’arco lemanico.   La collina su cui sorge oggi la cattedrale di San Pietro reca le prime tracce di presenza umana e corrisponde all’antico oppidum di Genua.
    È difficile valutare la densità di insediamento nel territorio della campagna ginevrina a quest’epoca; tuttavia, essa sembra essere stata assai elevata se si guarda al materiale ceramico risalente al periodo finale dell’epoca di La Tène e rinvenuto in numerosi siti distribuiti su entrambe le rive del Rodano (ceramica).   In alcuni casi, solo alcuni frammenti di recipienti rivelano una presenza umana; a Vandœuvres, Meinier o al Parc de La Grange un elevato numero di strutture cave – fossati, buchi di pali, canali – testimonia invece la volontà di strutturare lo spazio, poi occupato da costruzioni in legno e terra.   Le tombe risalenti a questo periodo sono rare e non è stata portata alla luce nessuna necropoli.   Nel 58 a.C. Cesare e le sue legioni arrivarono a Ginevra per demolire il ponte sul Rodano e fortificare la riva sinistra del fiume.   Nel corso delle indagini effettuate in anni recenti non sono emerse tracce che facciano riferimento a questo apparato difensivo lungo il fiume; nessuna informazione complementare sull’episodio è giunta dagli strati archeologici studiati nel centro storico.   Ginevra era all’epoca un vicus che continuava a fare parte, sul piano amministrativo, della provincia della Gallia transalpina e che dipendeva, dal 31 a.C., dalla colonia di Vienne (Colonia Iulia Vienna).   La riva destra era invece ormai sottoposta all’autorità della nuova colonia di Nyon, la Colonia Iulia Equestris, fondata da Cesare o da uno dei suoi luogotenenti tra il 46 e il 44 a.C.   A partire dal regno di Tiberio (14-37 d.C.) la presenza romana è riconoscibile nell’architettura degli edifici sia della città sia della campagna (romanizzazione).   La città antica era a quell’epoca attorniata da grandi proprietà terriere; le villae, ad esempio al Parc de La Grange o a Vandœuvres, erano edificate in muratura secondo programmi costruttivi derivanti direttamente dalla tradizione mediterranea.   Queste costruzioni erano distribuite lungo le strade che partivano dal centro cittadino e si dirigevano verso Nyon, Thonon, Annecy, Vienne o Lione, per citare solo le arterie principali.
    La densità particolarmente elevata degli insediamenti rurali nella regione ginevrina si spiega con la forza di attrazione esercitata dal suo agglomerato, che beneficiava di una posizione privilegiata essendo situato su un asse commerciale che univa il nord dell’Europa al Mediterraneo.   Un acquedotto (un suo troncone è stato rinvenuto sul territorio del comune di Thônex) forniva l’acqua alla città.   I primi due secoli dell’era cristiana furono un periodo di relativa stabilità, caratterizzato dalla manutenzione regolare delle costruzioni realizzate in precedenza.   Il III secolo, contraddistinto da gravi disordini politici e sociali e dai danni derivanti dalle incursioni degli Alemanni nell’Altopiano svizzero, si concluse nonostante ciò con un periodo favorevole allo sviluppo della regione.   Il vicus fu infatti elevato al rango di città (civitas Genavensium) probabilmente nell’ultimo terzo del III secolo, ottenendo di conseguenza uno statuto privilegiato nella riorganizzazione dell’Impero secondo l’impronta riformatrice di Diocleziano (tetrarchia).
    Nei secoli successivi diversi grandi possedimenti terrieri (ad esempio le villae di Parc de La Grange e di Vandœuvres) furono toccati da cambiamenti più importanti.   Si realizzarono inoltre nuovi insediamenti a maggiore distanza dalla città, come a Satigny, dove venne creata una villa tardoantica, e a Sézegnin, dove venne avviata una struttura agricola su un terreno fino ad allora incolto, ciò che attesta lo sfruttamento di nuovi territori avvenuto nel corso del IV secolo.   Dalla fine del IV secolo il cristianesimo segnò in modo incisivo la città.   Ginevra fu elevata al rango di città episcopale (cristianizzazione): una promozione che sottolineò ancora una volta la posizione privilegiata della città sullo scacchiere politico.   Secondo alcuni autori, la città fu così posta alla testa di una vasta diocesi che inglobava non solo l’antica colonia di Nyon, ma anche quella degli Elvezi (diocesi di Ginevra).
    Questa circoscrizione amministrativa potrebbe corrispondere alla Sapaudia, in cui nel 443 si stabilirono i Burgundi.
    La città di Ginevra era sede vescovile, contava diverse parrocchie e comprendeva numerosi conventi; la campagna era invece meno riccamente dotata (priorato dei benedettini di Satigny, abbazia femminile delle cistercensi a Bellerive).   I cluniacensi e in particolare il priorato di San Vittore contribuirono a rafforzare e a strutturare la chiesa e la vita parrocchiale nelle campagne.   Tra il 1093 e il 1099, il vescovo Guy de Faucigny confermò all’abbazia di Cluny la proprietà di una serie di chiese parrocchiali filiali di San Vittore; alcune divennero priorati, come Draillant, Bonneguête e Vaulx (tutte nell’attuale Dipartimento Alta Savoia).   Nel bacino ginevrino, campagne e vallate alpine furono caratterizzate nel XII secolo da una forte espansione del monachesimo: certosini, cistercensi e canonici di S. Agostino vi trovarono l’ambiente adatto alla loro vocazione contemplativa, anche se nessuno dei loro conventi si trovava nel territorio del futuro canton Ginevra.
    Altri dettagli sono indicati sul seguente sito, a cura di Liliane Mottu-Weber Traduzione: Chiara Orelli Vassere
    https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007398/2017-05-30/ ]



  3. Note su Calvino e la riforma:    ->>> Back

    [ Le prime tracce delle nuove idee comparvero a Ginevra nel 1521, all’interno del gruppo costituitosi attorno al medico Heinrich Cornelius, detto Agrippa von Nettesheim, lettore di Erasmo e di Jacques Lefèvre d’Etaples.   Commercianti tedeschi diffusero la dottrina luterana, che venne adottata da alcuni loro omologhi ginevrini a partire dal 1525.   Nel 1532, Guillaume Farel, protetto da Berna, tenne per la prima volta le sue prediche a Ginevra; nonostante un avvio difficile, si creò in città una prima comunità evangelica.   La prima celebrazione pubblica del culto riformato si tenne nel 1533; dal 1534 i riformati passarono all’offensiva (risse con i cattolici, spoliazione di chiese e conventi).   Una grande parte della popolazione aderì da allora alla Riforma.   Il vuoto venutosi a creare con la sospensione della messa, decisa nell’agosto del 1535 dal Consiglio dei Duecento, e la partenza del vescovo Pierre de La Baume (già nell’agosto 1533), poi di numerosi preti, canonici e monaci, permise ai riformatori, tra cui Farel e Antoine Froment, di predicare ormai liberamente la nuova fede.   Gli abitanti di Ginevra, riuniti nel Consiglio generale, affermarono solennemente il 21 maggio 1536 la loro volontà di vivere secondo la legge evangelica e la "parola di Dio"; lo fecero forti anche del sostegno militare di Berna, che aveva appena conquistato il Paese di Vaud, il Pays de Gex e lo Chablais.   Qualche mese più tardi, Giovanni Calvino, di passaggio a Ginevra, vi venne trattenuto da Farel; il suo definitivo trasferimento a Ginevra risale però solo al 1541, anno in cui redasse le Ordinanze ecclesiastiche, che a loro volta traevano ispirazione dalle Istituzioni della religione cristiana, pubblicate nel 1536.   Adottate dal Consiglio generale il 20 novembre 1541, le ordinanze organizzarono la vita della Chiesa istituendo un ministero articolato in quattro uffici, destinati ai pastori, ai dottori, agli anziani e ai diaconi.
    La Compagnie des pasteurs riuniva l’insieme dei pastori della città e della campagna e trattava questioni di dottrina e relative alle relazioni con le autorità civili e le Chiese estere.   I dottori erano incaricati della formazione al ministero e alle funzioni civili; il Collège e l’Accademia vennero creati nel 1559 in questa funzione (Universitè di Ginevra), mentre scuole di base dispensavano ai ragazzi (soprattutto ai maschi) i primi insegnamenti.   Creata nel 1736, la Società dei catecumeni permise di raggiungere un tasso di alfabetizzazione particolarmente elevato nei diversi strati della popolazione.   Gli anziani formavano il concistoro, composto da pastori e da laici, incaricato di sorvegliare il comportamento dei fedeli e di stabilire le ammende dovute in caso di indisciplina.   Questa sorta di tribunale dei costumi e di tribunale matrimoniale poteva tuttavia pronunciare unicamente pene di natura ecclesiastica, quali la sospensione dalla partecipazione alla Cena; nei casi in cui era prevista una sanzione penale, il colpevole era deferito al Piccolo Consiglio.   I compiti dei diaconi (gestione delle elemosine e cura degli ammalati) corrispondevano a quelli degli amministratori dell'ospedale generale, fondato nel novembre del 1535 attraverso l’accorpamento di tutti gli antichi ospedali medievali.   Calvino e i riformatori resero presto Ginevra il centro del protestantesimo; da qui l’appellativo di "Roma protestante" associato dal XVI secolo alla città.
    Altri dettagli sono indicati sul seguente sito, a cura di Liliane Mottu-Weber Traduzione: Chiara Orelli Vassere
    https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007398/2017-05-30/ ]



  4. Note sullo scultore "Rodo":    ->>> Back

    [ Auguste de Niederhäusern, fu soprannominato "Rodo" per la sua enorme ammirazione per Auguste Rodin di cui divenne assistente nello studio di quest’ultimo a Parigi, tra il 1892 e il 1898.   Nato a Vevey (CH) il 2-4-1863 e morto a Monaco di Baviera il 21-5-1913 era figlio di Rodolphe Henri de Niederhäusern, commerciante, e di Jeanne Catherine Ritzchel.   Dopo le scuole di arti industriali e belle arti a Ginevra, frequentò le Acc. Julian (1886) e di belle arti (1887) a Parigi.   Soprannominato Rodo fin dalla più giovane età, fu collaboratore di Rodin (1892-98).   La sua attività si svolse per lo più a Parigi.   A Parigi il giovane svizzero, che per la sua enorme ammirazione per Rodin aveva assunto lo pseudonimo di "Rodo", frequentò importanti circoli letterari ed artistici.   Ebbe stretti contatti con Hodler, Amiet, Giacometti e Trachsel, impegnandosi assiduamente nel movimento simbolista.   Bohémien, vicino agli anarchici, frequentò ambienti esoterici e simbolisti.   Amico intimo di Verlaine, ne scolpì il monumento (inaugurato nel 1911).   Dopo il 1905 praticò il taglio diretto ed esaltò il "ritorno alla forma".   In Svizzera modellò in particolare La valanga (1891), alcuni busti di Ferdinand Hodler, Giovanni Giacometti e Cuno Amiet (1899-1905), e le tre figure allegoriche (Elvezia e i poteri esecutivo e legislativo, 1900) poste in cima alla facciata del Palazzo federale.   Il suo Geremia, realizzato nel 1913, fu collocato nel 1931 davanti alla cattedrale di Ginevra.   Considerato il maggiore scultore svizzero del XIX sec., fu insignito della Legion d’onore nel 1912.
    Note tratte dal sito:
    https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/022604/2010-11-29/ ]


 


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