Aria Sottile

di Jon Krakauer


Aria Sottile

Titolo:  Aria Sottile
Sottotitolo: (Titolo originale: Into Thin Air)
                Una tragedia del nostro tempo raccontata da un grande scrittore.

Autore:  Jon Krakauer
Casa editrice:  Casa Editrice Corbaccio srl - Milano
Anno prima pubblicazione:  1997 in America - 1998 in Italia
1° edizione Corbaccio:  Collana Exploits - gennaio 1998
Traduzione di:  Lidia Perria

Prezzo indicativo:  Lire 32.000
Pagine:  pp. 334 con foto in b/n, a colori e schizzi
Formato:  cm. 14 x 21
Cod.:  [CL 001-2268-9]


Commento del 18/4/2002 di Enea Fiorentini

Trama:
Jon Krakauer, giornalista e arrampicatore americano (nato nel 1954) e cresciuto nell’Oregon dove suo padre e i suoi amici, tutti famosi alpinisti, fecero crescere in lui la passione per la montagna, fu inviato dalla rivista americana "Outside" (per la quale lavorava) in Nepal nel marzo 1996 per partecipare ad una delle spedizioni "commerciali", guidata da famosi alpinisti e guide, per scalare il Monte Everest.
Lo scopo era quello di scrivere un articolo sulla proliferazione delle scalate a pagamento (dalle poche agenzie specializzate nell’accompagnare alpinisti su montagne estreme veniva richiesta una cifra tra i 60 e i 100 milioni di lire di allora a testa).
Krakauer si trovò così inserito in un gruppo di 8 alpinisti (clienti) condotto da Rob Hall, una nota guida neozelandese.   Al campo base dell’Everest, sulla seraccata del Khumbu, incontrarono molte altre spedizioni, molte delle quali di tipo "commerciale".
Il 10 maggio, dopo molti giorni di acclimatamento e di avvicinamento sui vari campi in quota, raggiunse la vetta dell’Everest ma una tempesta colse di sorpresa le quattro spedizioni che si trovavano sulla cima o nei pressi della stessa.
Alla fine della giornata 9 alpinisti erano morti, incluse due delle migliori guide e capi di altrettanti gruppi (tra cui lo stesso Rob Hall, capo spedizione di cui Karakauer faceva parte).
Krakauer è tra i fortunati che riuscirono a ridiscendere dall’Everest (la montagna chiamata "Dea del cielo = Sagamartha").
Il suo libro: "Into thin Air (Aria Sottile)" del 1997 che completa ed integra gli articoli usciti sulla rivista "Outside" a seguito dell’impresa, vuole non solo essere una denuncia su un certo modo di affrontare le grandi montagne e i loro rischi, nè una sola testimonianza del perchè quella tragedia si poteva evitare, ma vuole offrire anche un esame sulle motivazioni che spingono gli alpinisti ad affrontare queste prove: l’ascetismo masochistico degli alpinisti unito ad una buona dose di follia, come viene definito da Jon.
L’intensità dello sforzo, l’alta quota e il numero e modalità degli eventi che si sono così drammaticamente succeduti hanno contribuito a dare all’esposizione di Krakauer un taglio particolare, avvincente e suggestivo.
Alcuni dettagli del suo racconto sono stati definiti non veri o distorti da altri sopravissuti.   La critica di Krakauer nei confronti della guida russa Anatolij Bukreev che conduceva un altro gruppo in vetta e che fu artefice di molti salvataggi di persone sul Colle Sud, produsse numerose proteste e critiche verso Krakauer.
In contrapposizione ad Aria Sottile fu pubblicato nel 1997 il libro "The Climb" (Everest 1996 - Cronaca di un salvataggio impossibile nell’edizione italiana CDA del 1998 -vedere recensione), scritto a due mani da Bukreev e dal giornalista americano G.Weston DeWalt.
Anche la lettura di questo secondo libro è utile per completare il quadro degli avvenimenti, visti da due angolazioni diverse da due alpinisti presenti alle tragiche vicende.

Commento:
Jon Krakauer aveva già affrontato molte arrampicate importanti in Nord America ed in Patagonia quando si dedicò alla scrittura a tempo pieno collaborando con Riviste e giornali. Scrive molti articoli sul mondo della montagna e nel 1990 pubblica "Eiger Dreams" (Il Silenzio del Vento) tradotto in tutto il mondo (vedi altra recensione).   Nel 1996 coglie l’occasione della vita, offertagli dalla rivista "Outside" per coronare il suo sogno di alpinista (non solo suo credo) di salire l’Everest ad un’età già critica (nel 1996, Krakauer aveva 42 anni).
Pur non essendo un grande alpinista, stile Messner od altri grandi arrampicatori himalayani, Jon Krakauer è riuscito a raggiungere la vetta, a ritornare vivo e a scrivere questo libro che, contrariamente al parere di altri lettori, ho trovato avvincente, veloce nella descrizione delle situazioni, asciutto nella descrizione e coinvolgente.
Questo libro si fa leggere tutto di un fiato.
Consiglio questa lettura agli amici di ISM e suggerisco di leggere prima "Aria Sottile" e solo successivamente "Everest 1996 - Cronaca di un salvataggio impossibile" di Bukreev..."


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Aggiornamenti: 18/10/2003 - 26/12/2015