In cammino su Via Lago di Campagna (sullo sfondo la Serra) 19-03-17 - (Foto di F.Rinaldi)
Una Folaga nel Lago di Campagna 19-03-17 - (Foto di E.Fiorentini)
Panorama sul Lago di Campagna dal Belvedere alto 19-03-17 - (Foto di F.Rinaldi)
Arrivo all’incrocio con Via Gorrere verso Burolo 19-03-17 - (Foto di E.Fiorentini)
Incrocio con Via Maresco verso Burolo 19-03-17 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello stradale all’arrivo a Burolo 19-03-17 - (Foto di E.Fiorentini)
Innesto di Vivier sulla SP 76 sotto Burolo verso Bollengo 19-03-17 - (Foto di E.Fiorentini)
Chiesetta di San Rocco e San Sebastiano a Burolo, sulla SP 76 verso Bollengo, costruita nel XVIII sec. per voto durante la pestilenza del XV sec. 19-03-17 - (Foto di E.Fiorentini)
Uno stop all’area di sosta della Via Francigena a Bollengo 19-03-17 - (Foto di E.Fiorentini) | Camminiamo su Via Lago di Campagna e, in breve raggiungiamo, oltre una sbarra, un bel prato e il bordo del Lago di Campagna [3] . Qui scattiamo qualche foto, quindi imbocchiamo un sentiero che si inerpica su un poggio sassoso (si tratta di un masso erratico proveniente sempre dall’antico ghiacciao Balteo). Dopo altre nuove foto, proseguiamo in discesa attraversando un boschetto e tornando sui bordi del lago. Seguiamo per un breve tratto il sentiero pianeggiante lungo le rive del lago e poi pieghiamo a destra e attraversiamo un grande prato che ci conduce alla strada asfaltata SP 74 che collega Ivrea a Chiaverano. Raggiunta la strada provinciale, pieghiamo a sinistra e la seguiamo per poche decine di metri fino ad arrivare all’innesto di Via Gorrere, sulla destra. Giriamo a destra su questa ultima strada, che presto diventa una sterrata, e iniziamo un lungo cammino tra campi coltivati e piccoli boschetti, ben indicato da molte segnaletiche francigene. Al termine di questo lungo giro arriviamo su Via Maresco e la seguiamo a sinistra percorrendola in leggera salita, fino a raggiungere la strada SP 76, ormai nell’abitato di Burolo. Giriamo a destra su quest’ultima provinciale e la seguiamo per poche decine di metri fino ad incontrare il bivio di Via Vivier che in salita ci porta più vicino al centro di Burolo incontrando ancora la SP 76. Su quest’ultima strada, che inizia a scendere decisamente, continuiamo il cammino e transitiamo davanti la piccola chiesa dedicata ai SS. Rocco e Sebastiano [4] , prima di arrivare ad un nuovo bivio tra la SP 76 che prosegue diritto (verso sud) e Via Bollengo che piega a sinistra (ad est), ormai pianeggiante. Su questa, transitiamo nei pressi del Cimitero di Bollengo e, proprio vicino al suo ingresso, facciamo un breve stop nella nuova zona di sosta per i pellegrini della Via Francigena, dotata di un rubinetto di acqua fresca, una panchina e una tettoia. Fatto rifornimento d’acqua, seguiamo Via Bollengo che ci porta all’interno del paese facendolo attraversare completamente verso est. All’uscita del paese, dove era in corso un mercatino di alimenti locali, abbiamo preso la strada SP 263, diritta davanti a noi oltre un grande incrocio di strade e, dopo poco più di un chilometro dal paese, abbiamo raggiunto il bivio con una piccola sterrata che a sinistra, in salita tra i prati, ci ha permesso di raggiungere l’antica chiesa romanica di SS. Pietro e Paolo in Pessano [5] dell’ XI secolo. Qui abbiamo fatto una sosta per un breve riposo e per visitare l’esterno di questa chiesa; abbiamo scattato molte foto al monumento e al gruppo di camminatori. Ripartiamo, riprendendo il cammino sulla Strada Piane Inferiori che transita a nord della chiesa, andando verso destra (est) su questa. Seguendo stradine asfaltate secondarie, e prendendo quota leggermente sulle pendici della Serra, raggiungiamo il centro del paese di Palazzo Canavese attraverso il suo percorso centrale e principale: Via Vittorio Emanuele II. Transitiamo a fianco del municipio della cittadina e ci fermiamo poco più avanti in una grande piazza sovrastata dalla grande torre campanaria posta a fianco della Chiesa Parrocchiale dedicata a Sant’Egidio. Sul bordo sud della piazza ci sono due distributori d’acqua, posti in un manufatto di mattoni rossi che riporta la scritta: Palatium Aqua. Facciamo sosta pranzo in questa grande piazza e ci distribuiamo attorno alla grande torre e sotto l’arco che l’attraversa per trovare riparo dal sole ormai alto. Riprendiamo il cammino e ci dirigiamo verso nord, lungo la Via del Castello che segue il lato occidentale della torre e poi la contorna a destra. Si transita a fianco di Via Parrocchia poi, appena girato l’angolo, una stradina, cui si accede con una gradinata, ci conduce in pochi passi su Via XX Settembre e su questa giriamo a destra seguendola fino alla sua congiunzione con Via Asilo. Al bivio, giriamo a sinistra (nord) e seguiamo Via Asilo per diverse centinaia di metri fino quando questa cambia nome in Via Piverone, proseguendo ancora diritta per un tratto e poi girando a destra e iniziando a salire leggeremente. Proseguiamo su questa strada e costeggiamo alcune case e orti. Presso una di queste, chiedo un attimo di sosta per salutare l’amico Giulio Tassi, un grande camminatore sui percorsi storici e di fede, in particolare sul Camino di Santiago di Compostella. Un abbraccio e una foto per un momento di incontro sulla porta della sua dimora che mostra l’insegna per l’accoglienza dei pellegrini in transito. Noi oggi siamo troppo numerosi per chiedergli una sosta "ristoro" o per un caffé per tutti e allora lo salutiamo e proseguiamo il nostro cammino. Sempre camminando in leggera salita su Via Piverone raggiungiamo il paese di Piverone e lo attraversiamo lungo la strada principale che cambia nome in Via Giovanni Flecchia. Su questa strada transitiamo a fianco del bell’Ostello comunale La Steiva e raggiungiamo la Torre del "Ricetto" che chiudeva e proteggeva la parte più interna del borgo di Piverone. Appena raggiunto il centro del paese, andiamo a visitare la famosa statua in bronzo dedicata alla gallina in un angolo della piazza del paese (piazza P. Lucca) e scattiamo molte foto al nostro gruppo di donne (e in seguito anche di uomini) che si siedono ai suoi piedi. Sono ormai le ore 15 e allora facciamo sosta per bibite e caffé distribuendoci nei due bar sulla piazza (Bar/Trattoria del Campanile e Rosso 19 Enoteca). Riprendiamo il cammino più rinfrancati e lasciamo Piverone, proseguendo verso est lungo la Via Castellazzo che transita alle spalle della chiesa parrocchiale e che si inoltra tra i campi coltivati e i vigneti. Dopo un lungo tratto a mezzacosta, con il Lago di Viverone già in vista, raggiungiamo uno spiazzo tra i vigneti dove sorgono i ruderi della chiesetta romanica conosciuta come il "Gesiun" [6] . Anche qui è obbligata una sosta con molte foto al monumento e al gruppo di escursionisti. Riprendiamo il cammino e seguiamo, a sinistra e in salita, l’adiacente Strada Aronco asfaltata che si dirige all’interconnessione con la SP 56 - Strada per Zimone. Dopo poche decine di metri, si abbandona la strada asfaltata e si gira a destra seguendo una sterrata che transita attraverso campi e fattorie. In leggera discesa, percorriamo campi aperti e vigneti fino a raggiungere l’asfaltata Strada Rapella che seguiamo verso est. Camminiamo per un lungo tratto su questa strada mentre essa cambia nome in Via Cascine di Ponente e si dirige verso la parte occidentale di Viverone alta. Transitiamo nei pressi della Cella Grande [7] di Viverone, ammirando il suo bel campanile. Raggiungiamo finalmente la parte ovest di Viverone ed entriamo nella cittadina seguendo la lunga Via Umberto I° che la taglia longitudinalmente. Superiamo il Municipio e la piazza P.Lucca e proseguiamo in salita sulla stessa strada, superando a sinistra la Cappella dedicata a San Defendente [8] e successivamente l’Ostello Rosy per pellegrini francigeni. In cima alla salita arriviamo all’Oratorio di San Rocco [9] , costruito in mattoni rossi e in stile barocco. Siamo nella zona est di Viverone alta ed è questo il punto stabilito per il termine della tappa odierna. Sono ormai le ore 16 e 30 min. ed abbiamo percorso circa 20 km. Il sentiero della Via Francigena prosegue da questo punto puntando verso est, sempre a mezzacosta in direzione di Roppolo e quindi verso Cavaglià, ma lasciamo questa tratta come proposta per il prossimo anno. Continuamo un tratto di strada, oltre l’Oratorio e poi, ad un incrocio, pieghiamo a destra scendendo su Via Marchesi di Gattinara in direzione del lago di Viverone. Per abbreviare la discesa, ad una prima curva a sinistra, pieghiamo a destra e scendiamo lungo una stradina più piccola (Via Melino) che ci porta rapidamente sulla strada provinciale SP 228, proprio di fronte al parcheggio dove è in attesa la voluminosa auto di Fabio. I vari autisti delle auto lasciate al parcheggio vicino al Lago San Michele prendono posto sull’auto di Fabio e ripartono per recuperare le proprie auto e per fare ritorno a Viverone a recuperare le altre persone. Nell’attesa, insieme con le altre 30 persone del gruppo, scendo lungo il Viale Lido Maggiore - G. Arturo Croce per raggiungere il bordo del lago. Poi pieghiamo a destra e raggiungiamo il bar del Porticciolo, dove finalmente poniamo a terra gli zaini e le altre attrezzature e ci offriamo un po’ di riposo e una bibita. Riusciamo a scattare anche qualche foto sul lago mentre si colora delle luci del tramonto. Qui ho anche incontrato Franco Grosso (di Mosso [BI]), giornalista, camminatore, ideatore di percorsi storici e scrittore di guide, ora divenuto Vice Presidente dell’Associazione Rete dei Cammini in sostituzione dell’amico Alberto Alberti che ha diretto questa associazione dalla sua nascita nel 2009. Con Franco scambio qualche informazione sui prossimi progetti di cammino delle varie organizzazioni di pellegrini. Finalmente tornano gli autisti con tutte le auto per raccogliere i vari camminatori odierni. Saluto Franco e salgo sull’auto degli amici che mi hanno portato ad Ivrea e, su questa, faccio ritorno ad Aosta. Raggiungo casa alle ore 19,30, dopo circa 6 ore di cammino e il resto del tempo dedicato a soste, trasbordi e attese. Ma, nonostante ciò, siamo riusciti a completare anche questa interessante tappa, facendo conoscere agli amici del CAI di Aosta questo tratto di percorso francigeno meno conosciuto. Arrivederci alla prossima occasione.
Enea Fiorentini Socio CAI (sezione di Roma) e Socio Assoc. "Giovane Montagna" (sezione di Roma) |