Il Sentiero del Centenario

(Un lungo «Sentiero», che segue integralmente la dorsale Sud-Est del Gran Sasso)


Preparazione dell’imbrago con cordini, sulle creste
del Sentiero del Centenario, nei pressi delle Torri di Casanova
(7431 bytes) Sulla ferrata delle Torri di Casanova
(9911 bytes) Sulle creste del Sentiero del Centenario,
dimostrazione dell’uso dei cordini
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 Gruppo:  Gran Sasso d’Italia
 Sottogruppi:  Brancastello (m 2385), Prena (m 2561), Camicia (m 2564)
 Cartografia IGM:  Tavolette 1:25.000, fogli: Gran Sasso d’Italia, Castelli, Penne
 Accesso:  dalla strada asfaltata che attraversa Campo Imperatore, e che porta alla zona dell’albergo (m 2130) e alla stazione d’arrivo della funivia del Gran Sasso, in corrispondenza di una curva, a m 1800 circa, si stacca verso destra una carrareccia che, con direzione N-E, porta al Vado di Corno (m 1924), punto di partenza «ufficiale» del Sentiero del Centenario.
 Considerazioni generali sul percorso:   Questo «Sentiero», che inizia al Vado di Corno (sotto la cresta orientale del Monte Aquila - m 2495) e che percorre buona parte delle creste che formano la dorsale Sud-Est del Gran Sasso (catena orientale), è stato realizzato dalla sez. CAI de L’Aquila e inaugurato nel 1974, per celebrare il centenario della sua fondazione.   Superato il M.Camicia, vetta più alta della dorsale, il sentiero raggiunge una cima poco accentuata della cresta, il M.Tremoggia (m 2331), e poi scende per il versante Sud fino ad inoltrarsi nell’unica pineta di Campo Imperatore, prima di raggiungere il rifugio di Fonte Vetica (m 1632), nei pressi della strada asfaltata che raggiunge il valico di Vado di Sole, e che scende sul versante adriatico (per Penne, Farindola, ecc..).   L’arrivo al rifugio è considerato il termine della lunga escursione.   Si tratta di una lunga e impegnativa traversata lungo le creste e le principali cime della dorsale.   Qualche tratto è attrezzato con funi e scalette metalliche, in particolare nella parte centrale, tra le Torri di Casanova e il M.Prena.   Tutto l’itinerario è ben indicato con segnavia di color rosso-giallo-rosso. Questa lunga camminata non presenta grandi difficoltà; le maggiori insidie sono la lunghezza e i passaggi su creste e in ferrata che possono diventare critici in caso di pioggia, neve oppure nebbia.  E’ riservata a persone ben allenate e dotate di tutta l’attrezzatura per ferrata (casco, guanti, imbracatura, cordini, moschettoni e dissipatore).
 Sviluppo:   Mentre la lunghezza di tutta la dorsale Sud-Est è di circa 20 km., il Sentiero del Centenario ne segue una buona parte, con uno sviluppo di circa 15 km.
Dal Vado di Corno (m 1924) al Rif. di Fonte Vetica (m 1632): dislivello totale in salita di circa 1330 m; dislivello in discesa di circa 1570 m.
 Difficoltà Escursione:  EEA con passaggi su ferrata
 Difficoltà Ferrata:  PD
 Data di effettuazione della mia escursione, qui presentata:  19 giugno 1999

Versante Sud del Corno Grande
e Paretone da Campo Imperatore;
a destra sulla cresta: il Vado di Corno
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 Escursione:  Dal Vado di Corno (m 1924), dopo uno sguardo al favoloso «Paretone» del versante Est del Corno Grande, si sale verso destra (Est), nei pressi del cartello indicatore e si sale sulla cresta (inizialmente larga e con leggera inclinazione).   Attraversato il largo ripiano di Rigo Rosso, si raggiunge la prima cima della cresta: il Monte Brancastello (m 2385).   Nei pressi della cima e dell’ultima parte della cresta, sui versanti Nord, si può ammirare una vasta colonia di stelle alpine appenniniche (sono protette!! e non sono da raccogliere, fotografatele solo!!).   Si scende da questa cima e, sempre con direzione Est, si raggiunge il Vado di Piaverano (m 2200); si continua per cresta, che dopo un pò di saliscendi, diventa più affilata e si arriva ai piedi della 1° Torre di Casanova, la prima di ardite guglie calcaree che emergono con slancio dalla dorsale. Sul Sentiero del Centenario,
nei pressi delle Torri di Casanova
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  Inizia qui la parte più interessante delle ferrate presenti in questa zona.   Si supera questa 1° Torre con scalette e funi metalliche e poi, sempre con funi, si discende dall’altro lato.   Seguendo il sentiero, in leggera salita, si arriva alla base della successiva Torre, che si aggira a destra per cengia (Sud), quindi per creste e su pendii brecciosi, si raggiunge la Forchetta di Santa Colomba (m 2290). Salendo la ferrata della 1° Torre di Casanova
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  Questa è una buona zona per una sosta pranzo.   Proseguendo verso Nord-Est, si sale un breve camino con corde fisse e scalette, si perviene nei pressi della più alta delle Torri e poi si supera una cima quotata 2469 m (che fa parte del sottogruppo del M.Infornace).  Si procede per una serie di saliscendi, su creste a volte strapiombanti, e si raggiunge la cima del Monte Infornace (m 2362).   Sempre verso Est, si scende decisamente la cresta, si superano alcune placche brecciose fino ad una sella; si risale un ripido pend́o e la cresta Ovest terminale che, con qualche tratto esposto, porta sulla vetta del Monte Prena (m 2561), ardita guglia attorniata da molti satelliti aguzzi. Sulla cengia che aggira la 2° Torre di Casanova
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  Prima verso Nord, e poi di nuovo verso Est, si scende la parete (a volte ci sono piccoli nevai che resistono fino all’estate inoltrata) sul versante che guarda le basse colline teramane.   Si continua a scendere fino a raggiungere una prima depressione (m 2230) e, aggirato uno sperone roccioso, anche la successiva del Vado di Ferruccio (m 2245) che si trova alla base della cresta del M.Camicia.  Si segue questa cresta in salita; si superano alcuni canalini (in parte attrezzati) e si arriva sulla vetta più alta della dorsale, quella del Monte Camicia (m 2564), che si trova leggermente decentrata rispetto alla linea di cresta principale: la cima è spostata verso Campo Imperatore. In discesa tra il M.Infornace e il M.Prena
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  Ritornati sulla cresta della dorsale, si prosegue verso destra (Est) fino a raggiungere la cima del Monte Tremoggia (m 2331), che si può anche evitare, poi si scende lungo il sentiero ben segnalato (la «Via Normale» del Camicia) che porta, attraverso una bella pineta, finalmente al rifugio di Fonte Vetica (m 1632).
 Rientro alla base di partenza:  Per tornare nelle vicinanze di Vado di Corno, oppure al punto dove sono state lasciate le auto, occorre aver lasciato preventivamente alcune auto nei pressi del rifugio di Fonte Vetica.   Se fatto a piedi, lungo la strada o il pianoro di Campo Imperatore, questo percorso a ritroso si tradurrebbe in una camminata di circa 15 km., che difficilmente si potrebbe fare nella stessa giornata.
 Tempi medi:  Su varie guide (compresa quella CAI), viene indicato un tempo medio di circa 8 ore per fare tutta la traversata descritta, da Vado di Corno al rif. di Fonte Vetica.
Esperienze personali su percorsi che iniziano e finiscono un pò più distanti dai due punti indicati, fanno considerare tempi più lunghi, fino a superare le 10-11 ore.   A questi tempi vanno poi aggiunti quelli delle varie soste e quelli relativi a rallentamenti dovuti a condizioni meteo avverse (pioggia, nebbia, ecc..).


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Aggiornamento - 23/6/2004