Note sul Libro di Vetta del Dolcedorme

(Notizie e commenti di Emanuele Pisarra, apparsi su alcuni quotidiani locali)


APPENDICE

Riportiamo qui di seguito due articoli apparsi sia sul quotidiano più autorevole della Calabria, la Gazzetta del Sud, e sul periodico Tribuna Sud nei quali sono stati sintetizzati i dati raccolti nel Libro di Vetta.

 

Il libro di vetta

In occasione della Giornata della Montagna, Eugenio Iannelli - presidente della locale sezione del Club Alpino Italiano - rende noto i dati ricavati dal libro di vetta[1] posto sulla cima di Serra Dolcedorme a quota 2267 metri, la più alta montagna del meridione d’Italia, affermando che ci sono millecentoquaranta firme.

L’iniziativa di mettere un “quaderno delle firme” in cima alla montagna più importante del Parco nazionale del Pollino è stata pensata da un socio del Sodalizio ed è stata poi messa in pratica in occasione dell’Anno Internazionale delle Montagne (il 2002) patrocinato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

“In una giornata con un tempo da lupi solo sei montanari potevano sistemare il libro di vetta per dare modo agli appassionati di questa montagna di apporre la loro firma – si legge sulla prima pagina del quaderno, posto all’interno di una cassetta di metallo – con l’augurio di poter raccogliere numerosissime testimonianze”. E così è stato.

Infatti, da una prima analisi delle firme si scopre che nel 2002 solo 15 escursionisti salirono la cima; nel 2003 invece, sono state 413 le firme apposte sul quaderno, mentre nel 2004 sono 419 gli autografi; nel 2005 solo 293 persone hanno scalato il Monte.

Ma la scoperta più interessante è stata la provenienza: si pensava in un primo momento che questa cima – posta un po’ fuori dai circuiti escursionistici classici – fosse adatta ad un “pubblico” particolare, molto motivato, allenato ed anche grande esperto di montagna, invece abbiamo scoperto che vi sono autografi di tutte le età, provenienti da tutta Italia, oltre a diversi paesi Europei, con qualche sporadica firma d’oltre oceano, in particolare dagli Stati Uniti. Il più giovane escursionista è stato Gabriele, un bambino di sei anni; il più “anziano” è stato Gioacchino di “solo”  settantacinque anni.  

Una buona percentuale è formata da soci del Club Alpino Italiano provenienti da diecine di sezioni di tutta Italia, a partire da Alessandria, Bressanone, Messina, Padova, Reggio Calabria,Vicenza, solo per citarne alcune. Ovviamente fa da padrone di casa la presenza di esponenti della sezione di Castrovillari. 

Altro elemento di novità è l’escursione guidata: tranne pochissimi casi dove ricorrono i nomi di sole quattro guide ufficiali del Parco, la stragrande maggioranza degli escursionisti si avventura da soli, spesso seguendo le istruzioni presenti sulle numerose guide di settore. Molti di loro lamentano della mancanza di segnaletica; altri sono portati in vetta da gruppi e associazioni private di trekking.

Infine, due ultime considerazioni: “l’assalto” alla vetta dalla maggior parte dei casi è partito dalla località di Colle Impiso distante in media quattro ore di marcia di sola andata e con poco meno di settecento metri di dislivello; ma ci sono anche descritti numerosi altri punti di attacco, con ben più difficoltà sia di tempo che di dislivello; senza escludere vere  e proprie prodezze    atletiche come ad esempio la salita delle cinque vette sopra i duemila metri in una sola giornata.  In ultimo, le motivazioni. Esse vanno dalla “solitaria” come prova di resistenza, capacità d’orientamento e prestazione atletica (spesso queste persone sono veri e propri  sportivi con un unico interesse: la performance), alla gita della vacanza dopo alcune giornate di mare (il mese più frequentato è agosto), come antidoto alla monotonia “da spiaggia”  per “la bellezza straordinaria del posto” scrive un escursionista di Sora. Non manca anche una visione ascetica, come invece, scrive Eugenio di Rossano, “C'è tanto cielo in alto come tanto in basso, dopo un altro emisfero; ma qui dove l'altezza è anche casa nostra ci sentiamo più vicini all'Altissimo, non fosse altro che per il silenzio che tutto intorno governa. Ancora, grande Dio”. Un ultimo motivo che ricorre in quasi tutti i commenti presenti nel quaderno di vetta è un appello lanciato alle autorità per preservare così com’è per le generazioni future questo splendido posto. “Dalle Alpi piemontesi intorno a Torino, alle vette più alte del Parco del Pollino, la fatica è sempre grande ma la soddisfazione di arrivare in cima è insuperabile!” , scrive Daniele.

 

Il primo libro di vetta in cima a Serra Dolcedorme

 

“Quando ho detto che sarei venuto qui mi hanno dato del pazzo. Ora che sono quassù ringrazio Dio Di avermi fatto pazzo. Salvatore”. Questo è uno dei tanti messaggi che 1140 escursionisti hanno lasciato a futura memoria sul libro di vetta[2] che la sezione cittadina del Club Alpino Italiano ha posto dentro una capiente cassetta di metallo in cima a Serra Dolcedorme a quota 2267 metri di altezza.

L’iniziativa - unica del suo genere in Calabria – è partita in occasione della proclamazione del 2002 come “Anno Internazionale delle Montagne” da parte dell’assemblea generale delle nazioni Unite accogliendo le indicazioni emerse nell’ormai storica conferenza sull’ambiente e lo Sviluppo che si tenne a Rio de Janeiro nel 1992.

Si decise così di porre una specie di “registro delle firme” in cima alla vetta più alta ed importante del Massiccio del Pollino con il tacito intento di monitorare sia la tipologia dell’escursionista-tipo che si recherà su questa montagna, sia anche la quantità di persone che periodicamente frequentano il Parco.

Dopo tre anni di permanenza in vetta, lo scorso sei novembre, il registro fu portato via e sostituito con uno nuovo.

Dopo una attenta analisi delle firme, dei messaggi e dei suggerimenti è venuto fuori un interessante e quanto mai inaspettato dato: in questi tre anni 1140 escursionisti hanno raggiunto la cima del Dolcedorme.

“Una scommessa vinta nei confronti di quanti sostengono che questa cima, per la sua strana posizione geografica - racconta entusiasta Eugenio Iannelli, presidente del Sodalizio cittadino -  non sia meta di escursionisti, sfatando anche il mito comune che tutti vanno sul Pollino”.

La notizia data in occasione della giornata della montagna (lo scorso 13 dicembre) si è aggiunta alle tante iniziative che porta avanti il CAI cittadino per far conoscere le nostre montagne ad un pubblico sempre più vasto, senza battere nessun record, solo con la certezza che camminare per conoscere significa anche tutelare questo splendida natura calabrese.

Non è stato facile analizzare i dati. Molte testimonianze sono state lasciate in condizioni veramente proibitive con freddo e raffiche di vento fortissime. Tuttavia è venuto fuori un quadro molto interessante del visitatore tipo.

Si può tranquillamente affermare che il nostro visitatore-tipo proviene da tutta Italia.

In questi tre anni di esistenza del libro di vetta solo alcuni centri abitati sono rappresentati: per l’esattezza 29 paesi su 56, come dire che poco più della metà degli abitati ricadenti all’interno del parco del Pollino “hanno inviato” loro cittadini sulla cima più importante del Parco.

Invece le province rappresentate sono 31 sono le province italiane rappresentate.  Fa da “capofila” la città di Matera, seguita da Roma e da Bari. Non mancano testimonianza da Cuneo, Sondrio, Piacenza e Macerata.

Per quanto riguarda i cittadini stranieri si va dal Sud Africa alla Germania; dalla Svizzera agli Stati Uniti.  La nazione con il maggior numero di presenze è il Belgio, seguito dalla Germania e dall’Austria.

Il libro di vetta per quanto riguarda il 2002 porta solo 15 firme. Il 2003 riporta 419 autografi. L’anno si caratterizza ancora con la presenza di un escursionismo estivo molto intenso (il mese più frequentato è agosto) a discapito di quello invernale. Ma la cosa che sorprende è che le stagioni intermedie sono le più indicate per escursionisti di gruppo; mentre i restanti mesi invernali sono ad appannaggio di una ristretta elite di alpinisti che preferiscono questo periodo per “esibirsi” indisturbati in performance legata al tempo e alla via di salita. Per quest’anno la Serra Dolcedorme è rimasta senza visitatori per solo tre mesi (dicembre, gennaio, febbraio).

Il 2004 inizia ad aprile e termina ad ottobre. In questi sette mesi Serra Dolcedorme è stata raggiunta da 413 escursionisti. Anche per il 2004 il mese più affollato è risultato agosto (218 firme). Sorprende, invece, maggio che ha registrato il minimo dell’anno (solo 22 autografi). Forse la motivazione principale è legata alle cattive condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato il mese.

Il 2005 inizia a marzo e termina a novembre. La montagna è stata scalata da marzo a novembre ed ha registrato un totale di 294 firme sul libro di vetta. Il dato è in linea in un calo generale di presenze lamentato in tutto il territorio del Parco dagli operatori turistici e culturali.  Infatti, il mese di agosto che è legato al periodo di massima presenza di turisti e visitatori sia in Calabria che in Basilicata ha registrato solo 97 presenze; ma anche maggio è stato avaro di visitatori per il Parco (8 firme). Un leggero miglioramento è stato registrato in giugno in quanto diverse sezioni del Club Alpino Italiano hanno messo in calendario una gita sociale sul Pollino con l’eventuale salita alla Serra Dolcedorme. A questo movimento si è aggiunto un trekking organizzato da parte di un noto tour operator per conto di un gruppo di soci di un dopo lavoro padovano[3]. Anche settembre è stato un mese “magro” rispetto agli altri anni.

Non pecco di presunzione se affermo che il grande lavoro di promozione che ha svolto e continua a svolgere la sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano è alla base di questo grande movimento di interesse che si è formato intorno alla vetta più importante del massiccio montuoso ha dato i suoi frutti. Infatti, abbiamo registrato 45 sezioni e sotto sezioni del Sodalizio che hanno “visitato” il cuore del Parco salendone la cima più importante. Si va da Bressanone a Bari, da Padova a Motta di Livenza, in provincia di Treviso; a Cervignano del Friuli (UD) a Nuoro. Molti di questi escursionisti sono venuti in gruppo organizzato dalle rispettive presidenze in accordo con il CAI Castrovillari  e sono stati accompagnati da alcune Guide ufficiali del Parco. Altri sono alpinisti molto provetti che hanno raggiunto la vetta da soli. 

L’itinerario classico per raggiungere la cima di Serra Dolcedorme parte da Colle Impiso a quota 1573 metri, passa attraverso il Piano di Gaudolino, sale lungo la dorsale occidentale del Monte Pollino, raggiunge il Passo del Canale Malevento e in poco più di quattro ore porta in cima. Il ritorno avviene lungo la direttrice che passa attraverso il Canale Malevento, i Piani del Pollino e di Vaquarro con l’arrivo di nuovo a Colle Impiso.

La maggior parte degli escursionisti giunge in cima nel primo pomeriggio; pochi pernottano in tenda ai Piani del Pollino per poi affrontare la scalata alla vetta nelle ore meno calde della giornata.

Un altro segmento di visitatori sale in contemporanea anche il Monte Pollino.

La normale al Dolcedorme è percorsa da pochi. Si tratta della via che dal Piano di Fossa sale verso il Piano di Acquafredda e poi, dal Varco del Pollino, piega a sinistra e si inoltra lungo la dorsale settentrionale del Dolcedorme, aggira il crinale e percorre il versante Ovest e giunge in  cima. E’ la via più corta, più breve ma anche più bella. Unico inconveniente sta nel come raggiungere il Piano di Fossa. Infatti, questo tratto di avvicinamento si sviluppa su una vecchia e molto accidentata pista forestale che non permette a nessuna automobile normale di giungere al Piano di Fossa. Di conseguenza il percorso si allunga di almeno altre tre ore di marcia, monotone, in mezzo al bosco e con continui saliscendi. Tuttavia resta la “normale” al Dolcedorme. In variante si può evitare la parte iniziale del Bosco della Fagosa attaccando dal ponte sul Vascello che consente, anche se in forte salita, subito l’accesso alle Sorgenti omonime e poi l’arrivo a Piano di Fossa.

Dalla data di nascita abbiamo scoperto che il più giovane escursionista ha sei anni mentre il più anziano ne ha 75.

Nell’ultima colonna abbiamo riportato tutti i messaggi che ogni escursionista ha voluto lasciare a “futura memoria”, in ricordo di un evento importante quale è stata per tutti la scalata alla cima.

 

 



[1] E. PISARRA, Quelle firme sul libro di vettaGazzetta del Sud”, venerdì 16 dicembre 2005, pag. 31.

[2] E. PISARRA, Il primo libro di vetta in cima a Serra Dolcedorme, TRIBUNA SUD, 34/1(2006), p. 11.

[3] Si tratta della piccola Cooperativa Naturaliter di Reggio Calabria che ha portato in cima a Serra Dolcedorme alcuni soci del Cral ARABA FENICIA di Padova.


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Aggiornamento - 17/07/2006