Nuova guida del Pollino

(15 Suggerimenti per conoscere meglio il Parco Nazionale del Pollino)


Prefazione

"Lentius, profundius, suavius"

(più lenti, più profondi, più dolci)


di Emanuele Pisarra *

"Camminare non è semplicemente terapeutico per l’individuo, ma è un’attività poetica che può guarire il mondo dei suoi mali".   Scrive Bruce Chatwin in uno dei suoi racconti di viaggio più noti.

copertina della nuova
guida del Pollino
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Camminare per poter osservare, gustare, assaporare, nel modo più ampio e profondo possibile, in sintonia con i ritmi dell’ambiente, tutto ciò che si incontra sul cammino, tutto ciò che Madre Natura ha creato.
"Lentius, profundius, suavius": più lenti, più profondi, più dolci.   Una frase spesso ripetuta da Alexander Langer, "anima" seria e coscienza critica dei Verdi italiani, conosciuta di persona ad un convegno sulle Minoranze linguistiche del nostro Paese, può essere usata come "filo conduttore" di questo lavoro che la sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano ha realizzato come contributo alla conoscenza delle superbe peculiarità naturalistico-culturali dei nostri Monti.
Tre pensieri diversi, un’unica ottica con la quale i collaboratori della sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano propongono quindici "consigli" scelti tra i numerosi percorsi che offre il territorio del Parco nazionale del Pollino per un nuovo escursionismo fuori da attività competitive con l’intimo desiderio di portare un contributo al sempre crescente numero di appassionati alla "filosofia" del "camminare di qualità", non inseguendo la performance o tanto meno la "lotta con la Montagna" ma ricercando la natura e la cultura dei luoghi.
Il perseguire la "bassa velocità", il confrontarsi-incontrarsi con l’ambiente naturale e con il territorio senza mediazioni tecnologiche ma nature, armati "solo" di scarponi e della propria motivazione, sono in sé valori nuovi, portatori di un sano e duraturo sviluppo socio-economico e sostenibile per le nostre comunità.
Dopo la lunga "pausa" delle grandi emigrazioni sembrava che la nostra montagna in genere fosse precipitata in un silenzio totale dal quale non si intravedeva alcuna uscita.
Tutta la viabilità storica è scomparsa.   La rete di mulattiere, sentieri, tracce del cammino, delle attività dell’uomo e dei collegamenti tra i popoli, d’un tratto si sono "volatilizzati" nel nulla.
Scoprire, individuare, rilevare e ripercorrere queste tracce è stata la sfida che il Club Alpino Italiano ha voluto lanciare a tutti i suoi soci - e in modo ideale a tutti i camminatori - allorquando ha accettato di sviluppare, con l’aiuto finanziario del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, sotto la supervisione dell’Ente Parco nazionale del Pollino, il Progetto "Segnatura dei sentieri, applicazione di un GIS per la realizzazione del Catasto e la gestione dei sentieri CAI, la valorizzazione dei rifugi, dei segni dell’uomo nelle terre alte e la tutela dell’ambiente montano".
Per attuare queste riflessioni una delle condizioni sufficienti se non necessarie è il sentiero, questo "umile" e per certi versi dimenticato segno sul terreno che per millenni è stato sinonimo di possibilità di spostamento sulla terra ferma, rete indispensabile per la vita di una civiltà passata.
Un gruppo di volontari della sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano ha accettato la sfida!
Dopo un preliminare studio cartografico si è deciso di recuperare una serie di percorsi utilizzati dai nostri antenati sparsi per tutto il territorio calabrese ricadente all’interno del perimetro del Parco nazionale del Pollino.
Questi quindici "consigli" sono stati scelti come esempi-pilota, con l’intimo desiderio che anche sui nostri Monti possa avviarsi una nuova generazione di camminatori non per necessità di lavoro o di spostamento, ma per puro desiderio del piacere di camminare in uno scenario naturale che sembra essere stato creato per la gioia di chi ama percorrere a piedi ogni curva del paesaggio, a vivere l’escursione come occasione non solo di svago e distrazione dalle attività cittadine, ma proprio come momento di raccoglimento in se stessi, per instaurare un rapporto più autentico e toccante con la natura.

Lo spirito del Gruppo di lavoro, nell’individuare, rilevare e proporre questi itinerari, è quello di inserire l’uomo nell’ambiente, permettendogli di godere di quei benefici offerti solo da un contatto autentico con la natura.

Infatti, nel nostro camminare abbiamo spesso notato che troppe volte escursionisti avanzano sul territorio in modo assolutamente estraneo alla realtà nella quale stanno viaggiando, con l’unico obiettivo di arrivare alla meta nel minor tempo possibile, o conversando del più e del meno, indipendentemente da ciò che li circonda e quindi senza liberare la mente dalle solite occupazioni e preoccupazioni quotidiane.

Da qui è nata la "presunzione" di voler dare una "sterzata" al modo e allo spirito del camminare della nostra generazione contemporanea.

Gli antichi consideravano il camminare come qualche cosa di salutare e il motto solvitur ambulanda, camminando si risolve, lo dimostra.   Basta il solo contatto con un contesto ambientale diverso da quello che frequentiamo abitualmente, basta il camminare, per cogliere punti di vista diversi sulle questioni che ci preoccupano, e intravedere nuove possibili soluzioni, tranquillizzando così la nostra mente.

Per fare ciò è necessario in primo luogo andare in montagna.   Sempre!

A questo scopo la sentieristica proposta, la segnaletica discreta, le località superbe, il bosco, il fiume, le montagne, vissuti in ogni condizione atmosferica, con pioggia, neve, vento, sole, oppure di notte, donano sensazioni particolari, uniche, irripetibili.

Purtroppo nella mentalità corrente, questo contatto ravvicinato è da evitare, queste sono condizioni da cui mettersi al riparo.

Un luogo comune della società moderna iperprotettrice è questo "non uscire perché fa freddo, perché piove, attento alle pozzanghere, non sporcarti di fango, non sederti per terra, non sudare, ecc."

Il fatto di vedere tutto ciò che non è asciutto, soleggiato, pulito come qualcosa da evitare ha creato questo blocco mentale, che ci impedisce di vivere appieno tutti i fenomeni naturali, e riceverne di conseguenza benefici sia fisici, una potente ricarica energetica, che emotivi, una sensazione impagabile di grande intimità con l’ambiente naturale.

"In questa società sempre più frenetica e superficiale, scrive Elio Sabena, (Elio Sabena, Vivere il paesaggio da Alpha Dimensione Vita n. 25, settembre-ottobre 1999), è importante riappropriarsi di ritmi semplicemente più umani, più lenti, e di comportamenti più naturali, che sono alla base di un buon equilibrio per ogni essere umano".

Camminare, ammirare la natura, gli animali, socializzare con le persone che s’incontrano, parlare, cantare, ballare, sono le cose semplici e normali a cui dovrà tendere l’uomo nel prossimo millennio per riscoprire una dimensione più umana e vitale, in armonia con i ritmi della natura.

Quindici "consigli" per l’escursionista, il camminatore del terzo millennio, moderno "fruitore" dei sentieri, al quale sono idealmente affidate la memoria storica e la conservazione di un inestimabile patrimonio culturale e naturale che necessita di maggiori cure e consapevole attenzione.

Questi e tanti altri sono stati i pensieri che hanno stimolato il gruppo di lavoro della sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano, che trovate - non scritti - nelle prossime pagine con il segreto (ma non troppo) auspicio che possano diventare intime convinzioni per tutti coloro che si accingono a camminare su questi e su tutti gli altri percorsi "offerti" dai nostri Monti.

Scusateci se abbiamo pensato tanto!
Buona montagna a tutti!



* EMANUELE PISARRA: Coordinatore del Progetto, Guida Ufficiale del Parco nazionale del Pollino, Giornalista specializzato in divulgazione ambientale.


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Aggiornamento - 17/07/2006